Mestieri
inpiegatoLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1911Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Le fasi salienti dell’occupazione della città di Bengasi, nell’ottobre 1911, nel corso della guerra italo-turca, trovano ampio spazio nel racconto dell’artigliere Giuseppe Mariani, che partecipa alle operazioni.
Il giorno 25 Ottobre cominciammo, per il servizio di corvé, a recarci in città (Bengasi) e fu per noi un quadro indescrivibile e indimenticabile: vedemmo tutti questi Arabi e Indigeni, in seguito ad ordini consegnare ogni sorta di arma da taglio e da fuoco che possedevamo. Un altro impressionante quadro fu quello di vedere tutto il carteggio amministrativo e legislativo della Capitale ivi dato “al vento” onde sbarazzare i locali. Dopo vari giorni dí una presunta tranquillità, si effettuò una ricognizione nei dintorni di Bengasi senza incidente alcuno. Il lavoro di ogni giorno proseguiva con molta celerità per attendere al trinceramento delle truppe. Dopo parecchi giorni riuscimmo a riavere il nostro corredo, perso durante lo sbarco frenetico e tradizionale di quei giorni, per noi indimenticabili, della presa di Bengasi. Cominciammo allora ad innalzare le nostre tendicciole da campo che non potemmo troppo usufruire data la necessità eccezzionale di vigilanza. Ogni giorno che trascorremmo a Bengasi si notavano alcuni prigionieri oppure tanti che si sottomettevano. Venivano dall’interno, dopo essersi in massa rivoltati, non avendo potuto ottenere colla loro resistenza e fanatismo, nessun risultato di Vittoria. Il giorno 1° Novembre, una sezione si staccava dalla Batteria per andare in rinforzo ad un reparto della 63° Fanteria, appostato ad Est della città. Detta sezione, e precisamente la mia, appena allo spuntar dell’alba scorgemmo alcuni fucilieri nemici che, ben appostati, facevano fuoco contro la nostra Cavalleria in ricognizione. Aprimmo immediatamente il fuoco e, sotto ai giusti dati di tiro del nostro Comandante, e dopo pochi col più, riducemmo il nemico al silenzio. In seguito avanzammo, scortati di Fanteria, in detto posto ove avevamo il Bersaglio: arrivati, colà trovammo 20 cadaveri ed alcuni feriti compreso una donna. I feriti vennero subito trasportati al posto di medicazione. Ci trattenemmo in detta posizione sino al tramonto e constatata la massima calma ritornammo al nostro appostamento. Passammo così alcuni giorni senza che il rombo del cannone echeggiasse sul nuovo suolo, ma questo silenzio sembrava a noi una calma di grande sorpresa. Internatici verso l’Oasi della Cavalleria ci trovammo con sorpresa inimmaginabile davanti a pieghe di terra, ove, fatti segno ad alcune fucilate nemiche, potemmo individuarne la posizione e sloggiare il nemico, ed in seguito ad una perquisizione trovammo in una casa abbandonata circa 2000 proiettili ed altre munizioni. A poca distanza da questa casupola si vide del la terra smossa e questo fece supporre un nascondiglio. Scoperto immediatamente, trovammo 4 cannoni da 87 Millimetri che vennero trasportati per mezzo di carrette in città. Una emozione ironica suscitò negli abitanti, vedendo queste armi tolte con audacia ai loro concittadini. Il giorno 17 Novembre si sentirono delle voci che la nostra Batteria doveva andare in rinforzo alla truppa di Derna. Purtroppo queste voci si avverarono: il giorno seguente, difatti, giunse l’ordine che la batteria doveva recarsi il giorno 19 mattina al Porto per essere pronta a partire la sera dello stesso giorno. Subito si cominciò l’operazione di caricamento e per la prima spedizione s’imbarcarono la Linea dei 6 pezzi con 5000 colpi e serventi di riserva, lasciando la Colonna Munizioni Riserva con tutti i muli della Batteria che ci raggiunsero a Derna dopo sei giorni. Pronti per la partenza, salpammo col Piroscafo “Verona-Genova” alle ore 19. Questo trasloco fu per noi molto commovente, non sapendo per qua li motivi dovevamo abbandonare la terra da noi guadagnata con sacrifici e sforzi sovrumani. La mattina del 20/11/1911 ci trovammo davanti alla piccola Derna. Effettuammo subito lo sbarco prendendo poscia posizione ad Ovest dei pozzi, tra la spiaggia e l’altipiano, facendo fronte alla catena di monti che domina la città. Restammo così tre giorni, senza nemmeno distinguere la notte dal giorno, sotto un telo da tenda per coprirci nelle ore di quiete dalla rugiada che durante 17 notte veniva.
Il viaggio
Mestieri
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LibiaData di partenza
1911Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Giuseppe Mariani
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