La ragazza di Gino

Un fatto boccaccesco mi capitò di assistere negli ultimi giorni della mia permanenza in Germania e fu quando, al ritorno dal lavoro verso le diciassette, ci imbattemmo in due donne, che, dal linguaggio sembravano provenire dalla Sicilia ed, all’apparenza, esse dovevano essere madre e figlia. Dopo tante incomprensibili parole dialettali, riuscimmo a capire il vero motivo che aveva spinto quelle donne a intraprendere il grande viaggio iniziato tre giorni prima in Sicilia: esse cercavano disperatamente Gino, il quale, essendo stato fidanzato con la ragazza per oltre due anni, aveva interrotto improvvisamente la corrispondenza epistolare. Fortunatamente il giovane non tornò quella sera in camerata e quindi fu facile per noi poterle assicurare che non lavorava più in quella fabbrica. Infatti, se l’avessero trovato, al suo diniego di dover portare all’altare la sua ex fidanzata, l’avrebbero sicuramente ammazzato, così come sentenziava la mamma, facendo roteare in mano il suo coltello affilato. Ma Gino, che ormai soggiornava nella casa della ragazza tedesca, non si fece più ritrovare, e, dopo essere stato informato della presenza delle due donne, non si recò neppure al lavoro fino a quando non ebbe termine la loro permanenza in quella cittadina tedesca.