Mestieri
contadinoLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
guerraTemi
guerraIl racconto in presa diretta, da parte di Giosino Fino, della resa del Duca d'Aosta e delle truppe italiane sull'Amba Alagi, nel maggio del 1941.
Era già buio, venne un maggiore che aveva una gamba di legno, ci fece la morale: “Ragazzi, gli inglesi e i ribelli si trovano sul nostro sacro suolo, dobbiamo scacciarli. Un passo avanti sì, uno indietro, no! Soldati, non fuggiamo. Ricompattiamo le nostre forze affinché, attorno l’Amba Alagi e sotto la guida diretta di S.E. il Viceré Duca Amedeo D ‘Aosta, possiamo comporre una massa granitica irta di baionette contro l’aggressore anglosassone”. Molti gridarono: “Dove sono? Li mangeremo”. Loro festeggiavano e io pensavo a come avrei potuto fare per salvarmi la vita dalla carneficina. Al grido di “SAVOIA” ci lanciammo con le baionette nel moschetto, le loro erano più lunghe delle nostre. Mi si parò davanti un ribelle molto alto e robusto, io gli lanciai contro la balilla. Esplose, lui cadde a terra ed io rimasi sotto di lui per ore mentre il massacro continuava. La trincea quella notte fu riconquistata. I barellieri andarono a cercare i feriti, mi passarono accanto, sentii che dicevano che ero morto, ma io mi mossi. Mi portarono all’infermeria del campo. Il Duca Amedeo D’Aosta volle vederci. Avevo la barba lunga, ero coperto di sangue dai capelli ai piedi fino dentro ai peli della barba. Sembravo più morto che vivo. Il Duca si commosse e disse piano: “Poveri figli, poveri bambini” , poi alzò il tono della voce e pronunciò sul campo un Encomio Solenne per noi: “..Avete combattuto con coraggio e lealtà, al termine della guerra, presentatevi al Palazzo Reale così come siete qui oggi davanti a me e riceverete gli onori che meritate”. Il Duca era un Uomo e un Soldato. Lo ammiravo. Era superiore ai tanti colonnelli e generali che ho conosciuto in pace, in guerra e in prigionia. Da uomini così c’era da imparare. Si capiva che fosse deluso e amareggiato dal comportamento dei suoi ufficiali e sono le parole che disse al momento della resa a dimostrarlo. Ero appostato su un costone, quasi quasi dormivo, ero molto stanco e avevo una mitraglia fra le gambe, sotto di me c’era la roccia ripida, davanti a me controllavo i movimenti nemici in lontananza, quando mi vidi davanti la faccia di un ribelle che non so come poteva essere arrivata lì, con le mani arrampicandosi sulla roccia. Gli sparai una raffica di colpi. Morire era un attimo. Il 17 maggio 1941 il Duca per non farci massacrare tutti si arrese. Spedì due commissari per firmare la pace fra cui il generale Volpini, la stessa cosa fecero gli inglesi, ma i ribelli di Ras Airum loro alleati uccisero i membri delle due commissioni. Per due giorni noi scaricammo addosso ai neri tutte le munizioni che avevamo e gli inglesi fecero lo stesso. La notte pareva giorno.
I1 19 maggio 1941 il Duca firmò la resa, gli fu offerto il rimpatrio ma lui disse: “Per i miei soldati chiedo l’onore delle armi, degli ufficiali fatene quello che volete. Io seguirò i miei soldati.” Agli ufficiali lasciarono il cinturone e la pistola scarica. Sul mio foglio matricolare mi dichiararono prigioniero in Egitto. il 6 aprile 1941 quando io invece ero nello sfascio di Dessiè e in Egitto non ci sono mai stato se non di passaggio a Porto Said nel Piroscafo quando sono partito dall’Italia. La verità è che non sapevano più nulla di migliaia di soldati. Quando poi nel 1947 sono stato rimpatriato e ho dichiarato quando, dove e perché mi sono trovato dopo la conquista inglese di Dessiè, perché non hanno corretto quanto avevano scritto?
Il viaggio
Mestieri
contadinoLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Giosino Fino
In Africa anche a piedi
Il 9 maggio del 1936 Mussolini aveva comunicato agli italiani la conquista del suolo d'Etiopia. Sapevo...
Marietta, la guerra e l’iprite
Quando arrivai a Napoli, il Piroscafo "PO" era ancora in porto, mi misero in punizione di...
Direttore di mensa
Piano piano a Dessiè le cose mi andarono meglio. A turno, facevamo per un mese il...
“Brigante” con Taitù
A Dessiè con 10.000 lire comprai una casa con tre vani e un bar, della terra...
“La bomba che mi salvò”
Alla fine del '40 la mia Taitù rimase incinta. Feci appena in tempo ad esserne felice...
Amba Alagi
La situazione era terribile. Eravamo assediati e ci mancava soprattutto l'acqua. Molti ufficiali si erano strappati...
Prigioniero in India
Tutti quanti sfilammo in mezzo agli inglesi sull'attenti. Da quel momento la mia famiglia non ebbe...
Felice in Australia
Non ricordo di preciso in che mese del 1944 fui trasferito in Autralia. Facemmo 50 giorni...
Il ritorno
Ci misero due anni per mandare tutti a casa. In Europa dal 1945 i sopravvissuti erano...