Paesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
2013Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Comincia la risalita della Terra del Fuoco e la coppia di ciclisti composta da Stefano Bovetto e da Alberto passa il confine tra l’Argentina e il Cile, attraversando una delle regioni più incontaminate – ma anche poco ospitali – del pianeta.
Estancia Los Flores, 20 Gennaio 2013
Siamo in Cile, la prova più evidente la si evince dalla strada, ora ciottolata e con frequenti buche che hanno già mietuto la prima vittima: oggi una Crosso frontale ha necessitato una riparazione “artigianale” all’anello di plastica. Noi questa mattina pregustavamo una giornata tranquilla con sosta a San Sebastian per poter ricaricare un po’ le energie dopo cinque lunghi giorni in sella, ma anche questa volta il piano è stato disilluso causa la pochezza della menzionata “città”, indicata con un puntino significativo sulle mappe ma composta da un posto di frontiera, una hostería dove abbiamo degustato una bruciacchiata milanesa con papas frítas e un paio di Quilmes da litro, un benzinaio, due rivenditori ambulanti di hot-dog e cinque casette disposte lungo la spiaggia. Durante il percorso la vegetazione si abbassa e si riduce sempre di più fino a non essere che erbetta e fiori bianchi che si disperdono a perdita d’occhio. Con la scomparsa degli alberi sono venute meno anche le ombre…e oggi ce ne sarebbe proprio stata necessità data la presenza di un forte sole che ha bruciato tutte le parti del corpo che gli erano esposte. Ogni pausa per riposare era inoltre straziata dalla presenza di mosconi e insetti vari che ci assalivano immediatamente per appropriarsi di parte del tuo liquido vitale.
È incredibile come giunti al confine una domanda tra le più semplici abbia evidenziato una grossa lacuna tra gli argentini. Volevamo accertarci di quanto distasse la dogana cilena e abbiamo posto la questione ad un operatore che effettuava verifiche di carattere sanitario, ad un ristoratore e ad un poliziotto. Le risposte ottenute sono state di 10, 12 e 16 km. Gente che non si è mai preoccupata di sapere cosa vi fosse aldilà di quella “barriera”, oltre il proprio paese di venti abitanti; una mancanza di curiosità che li ha fatti restare rintanati nel proprio guscio. È una caratteristica che ritrovo in molta gente delle mie zone, questo accontentarsi, non avere la voglia di sapere ed essere convinti delle proprie posizioni senza la minima possibilità di metterle in discussione. L’effettuare viaggi, il confronto, offre una diversa apertura mentale, anche se spesso viene fatto in modo pretenzioso e poco propenso al fatto che nel Paese visitato alcune situazioni possano essere meno “agiate”. In fondo se si pretende di trovare tutto come a casa propria, allora perché si viaggia?
Ah, per la cronaca la risposta esatta era la quarta: i chilometri nella terra di nessuno sono 14. Una cosa che finora mi ha deluso è l’ospitalità di questa gente: era stata paventata molto positivamente, ma finora oltre a qualche indicazione, non abbiamo ottenuto molto. Anche nelle estancias il livello è sceso e dopo il bottiglione da 6 litri, ieri ci è stata data acqua con la canna per le piante, ben lanciata fuori dalla staccionata, che non ci venisse in mente di entrare. Inoltre c’era una festa, penso legata al fatto che fosse sabato sera, ed in molti son passati ma nessuno ci ha invitato. Funzionano un po’ come una comunità in cui tutto va bene e non si vogliono fattori esterni che possano scombussolare tale equilibrio. Anche la tipa del bar di oggi: sembra che l’ospitalità qui sia proporzionalmente collegata alla plata (denaro) che porti. Un grande gesto è venuto da chi meno aveva: un pastore ci ha fatto grandi segnali mentre stavamo pedalando per offrirci un pezzo dell’asado che si stava cucinando; a dire il vero era molto salato e odoroso, ma è il gesto che conta. Non aveva quasi nulla eppure ha voluto condividerlo con noi…suerte hombre! Per la serie “incontra un ciclista al giorno”, oggi all’hosteria sul confine cileno abbiamo conosciuto una coppia tedesca partita ad ottobre da Cordoba e diretta ad Ushuaia, da lì era intenzionata ad imbarcarsi per Puerto Montt, e poi si vedrà.
Onaisin, 21 Gennaio 2013
Onaisin, punto indicato sulle mappe ma composto solo da una piccola tettoia con alcune indicazioni sulla zona. Per il resto deve la sua “importanza” alla presenza dello svincolo tra Bahia Azul (e Cerro Sombrero) e Porvenir, che dista ora un centinaio di chilometri. Dopo l’incrocio sembra che il ripio (sterrato) sia un po’ migliorato, prima era spesso disastroso e occorreva sovente gettarsi nell’altra corsia per trovare un po’ di tregua dai sobbalzi. La testa non si poteva alzare, sempre bassa a cercare di evitare le perpetue sconnessioni.
Non che il paesaggio vari molto in questa zona: infiniti altopiani di erba giallastra, interrotti solo a tratti da mobili puntini bianchi ricoperti dalla loro lana. Si può spaziare per chilometri con lo sguardo e non intravedere traccia di abitazioni.
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