Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1937Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Febbraio 1937, Roberto Modena è in Etiopia in un periodo di alta tensione, con la guerriglia che continua a colpire le truppe del Regio Esercito che hanno occupato il territorio nei mesi precedenti.
Il 12 Febbraio durante una colonna armata che portava munizioni e viveri a Battaglioni della XXIII° Brigata distaccati a Gobetti, il Gruppo era stato costretto ad abbandonare l’autocarro Ford 8w in sua dotazione perché resosi inefficiente presso uno uadi del piccolo Lemani, piccolo fiume a carattere torrenziale stagionale, in posizione estremamente pericolosa in quanto favorevolissima alle imboscate. Durante la suddetta operazione non potei seguire il Gruppo in quanto impegnato in faccende amministrative, assieme al Serg. Maggiore Della Rovere, nostro furiere. Il nostro reparto successivamente, avendo ricevuto l’ordine dal Comando di Brigata per una usuale operazione di rastrellamento da effettuarsi il 16 Febbraio ed avendo quindi il bisogno del proprio automezzo al quale in operazione era affidata la responsabilità del servizio di collegamento col nostro fortino per trasporto munizionamento e biada, si era rivolto alla Brigata perché gli fornisse l’automezzo occorrente. Ma la Brigata non potè venirci incontro e così il 15 Febbraio cioè il giorno prima dell’inizio dell’operazione chiesi al nostro comandante l’autorizzazione di provvedere a recuperare il nostro automezzo abbandonato, compenetrandomi, pur conoscendo il rischio a cui andavo incontro, della assoluta necessità del mezzo da cui dipendeva la buona riuscita del nostro incarico. Vinta la riluttanza del Maggiore che temeva di sacrificare inutilmente degli uomini che per svolgere la loro missione di recupero dovevano portarsi nella zona che il giorno dopo sarebbe diventata il campo operativo, ottenni una scorta volutamente piccola composta da un Muntaz e due ascari. Partii subito a bordo di una autoblinda e mi spinsi all’interno, per poco però perché data la pioggia che ci tormentava e le pessime condizioni della pista, la autoblinda fu costretta a tornare indietro temendo di restare impantanata in un terreno insicuro. Solo il pensiero di volere ad ogni costo concludere la missione mi spinse a proseguire con i miei pochi uomini. Più volte fui costretto a minacciare gli ascari ed il Muntaz che volevano tornare indietro certi di andare incontro ad una morte crudele. A ridurre maggiormente il coraggio della pattuglia concorreva inoltre un lento suono di corno, il classico segnale dei scifta per la raccolta ed alcuni radi colpi di Manlicher e Limitford, fucile inglese dì cui erano armati i ribelli e che avevano un caratteristico rimbombo nello sparo. Il colore della pelle dei miei ascari era diventato grigio che è il loro modo di impallidire. Incrociamo, frattanto, un indigeno completamente nudo il quale ci raccontò che gli scifta «volevano fare molta confusione» e che lo avevano depredato del poco che aveva compresa una capra che portava al mercato e pochi talleri assieme ai suoi vestiti ma si diceva molto fortunato ad essere stato lasciato in vita.
Il viaggio
Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1937Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Roberto Modena
L’imboscata
Il nostro autocarro fu raggiunto in prossimità di un tucul sfondato e bruciacchiato tra Malca Condurra...