La squadra di calcio

Essendo un bel gruppetto di amici, volevamo istituire una squadra di calcio, ma non avendo mai fra tutti il becco di un quattrino come fare? Uno di questi lavorava come commesso in un negozio di articoli sportivi in Corso Vittorio Emanuele nella strada più elegante di Tripoli; ogni sera, quando faceva festa dal lavoro portava via sempre qualche pezzo; un pallone, un paio di calzettoni, parastinchi ecc. ecc. Piano piano ci procurammo tutto l’occorrente per formare una squadra, però nessuno di noi voleva prendersi la responsabilità di portarsi a casa il materiale per le note conseguenze che sarebbero sorte da parte dei nostri genitori. Sul terrazzo di un palazzo, dove lavoravo in quel periodo come elettricista, vi erano delle lavanderie appartenenti ognuna ad una famiglia ivi abitante. Una di queste era ancora vuota perché l’appartamento rispettivo non era ancora stato affittato ed io, appropriandomi della chiave, feci del locale il nostro rifugio e ripostiglio per la merce. Un bel giorno, però andando a depositare altri oggetti, non trovammo più nulla. Certamente il nuovo inquilino aveva notato l’andirivieni di noi ragazzi e aveva scoperto il nostro piccolo deposito, smantellandocelo e in tal modo ebbe termine il nostro sogno di formare la squadra di calcio oltre alla perdita del materiale sottratto faticosamente dal nostro amico. La mia gioventù é stata sempre una continua lotta con i miei genitori, dato che sono stati sempre contrari a farmi fare quello che a me piaceva ed io, per contrasto o per ribellione, rispondevo sempre negativamente a quello che desideravano che io facessi.