La tempesta

I documenti necessari per emigrare in Canada erano pronti ed il 3 Ottobre 1956 si partì da Genova con la vecchia carcassa di nome Conte Biancamano. La traversata non fu tanto piacevole. Mi fu assegnato un dormitorio con 50 altre persone. Alba e figli erano in una stanza con altre donne d’altre razze. Ricordo che un giorno il mare faceva i suoi capricci.

Era proibito andare fuori sia a prua o poppa. C’era il rischio d’essere investiti da un cavallone che con la sua forza poteva inghiottirci e scomparire nel mare. Quel giorno Alba e figli non vennero a pranzo e cena e come loro tanti altri passeggeri, la sala da pranzo era semi vuota e sopra i tavoli erano rimasti pochissimi piatti e bicchieri. Molti erano scivolati qua e là nel pavimento causa delle oscillazione che la nave era costretta a obbedire alla grande forza della tempesta in cui eravamo capitati.

Io non mi feci prendere dal panico. Mangiai poco ma ero lì assieme a pochissime persone, barcollando come ubriachi. Non si riusciva a stare in piedi. Il posto migliore era d’appoggiarsi alle pareti, barcollando pensai di portare qualcosa da mangiare ad Alba e figli. Fu una grande impresa. Camminando nel corridoio un piatto non riusci a tenerlo e si frantumò nel pavimento. Mi dispiacque molto e fui contento d’aver assistito i miei cari nel migliore modo. Finalmente il mare si calmò e dopo qualche giorno si arrivò ad Halifax il 13 Ottobre 1956. Le autorità canadesi controllarono i documenti, dettero un bicchiere di latte ai bambini e la sera stessa ci mesero in treno distinazione certi Montreal, altri come noi Toronto. Il viaggio e noioso. Sembrava di non arrivare mai a quella famosa città chiamata Toronto. Finalmente la mattina del 15 si arrivò a destinazione.