Mestieri
operaia, imprenditriceLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1955Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Nel giro di pochissimo tempo Colomba Romano, arrivata negli Stati Uniti con il padre all’età di quattordici anni, si integra perfettamente nel tessuto sociale americano, e ne sposa la cultura della laboriosità e del guadagno.
Lì in America iniziai una seconda fase della mia vita, ed ebbero modo di maturare quelli che erano destinati a diventare i tratti salienti del mio carattere. Passai il primo anno a studiare, iscritta per legge a scuola, dove ho imparato l’inglese, ma soprattutto la cultura americana. Poi avevo il compito di aiutare in casa, e presto cominciai anche a fare piccoli lavoretti all’esterno. Baby sitter, stiratrice a domicilio, guardarobiera, cose così. Ho fatto anche l’allestimento tavoli in un ristorante. Non avevo ancora 16 anni, e per la legge statunitense non avrei potuto lavorare. Il padrone del ristorante e mi chiedeva in continuazione libretto di lavoro, e io continuavo a dimenticarlo a casa. Non ce l’avevo.
Mio padre aveva subito trovato lavoro, ovviamente grazie ai contatti con gli emigranti italiani. Lavorava come operaio in fabbrica, soprattutto turni di notte, poi di giorno andava ad aiutare un nipote come manovale o giardiniere. In poco tempo anche lui perse la nostalgia, e il malincuore con cui era arrivato lasciava ora il posto all’avidità gioiosa del guadagno, elevatissimo in rapporto agli introiti italiani. Come tutti gli emigranti non aveva mai dimenticato l’Italia, e mai aveva smesso di pensare di tornare, solo che per il momento poteva dirsi soddisfatto, perché oltre a spianare la strada i figli, stava anche accumulando un piccolo gruzzoletto. […]
Quella cultura americana mi ha plasmata da adolescente, e mi ha accompagnata per molti anni nella vita. Ancora oggi non riesco a comprendere appieno quando tentano di spiegarmi le magagne americane o le malefatte belliche degli USA. Per me quella era una nazione della giustizia, della gente libera e sorridente, dove occorreva lavorare, senza perdere tempo, e dov’era anche possibile guadagnare, farsi una strada. Per me gli Stati Uniti offrono opportunità di vita alle persone. Una vita decente, cosa che in Italia, soprattutto in quel tempo, non era facile. Quello che succede nella politica estera, lo strapotere economico americano, lo sfruttamento delle risorse, le guerre degli ultimi anni, quella cultura americana sono discorsi che io non posso capire, che vanno aldilà di quello che io posso giudicare. Mi verrebbe da dire che se gli USA fanno così, qualche motivo c’è. Ma poi non so nulla di più, mi limito a ricordare quel che a me diede l’America.
Il viaggio
Mestieri
operaia, imprenditriceLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1955Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Colomba Romano
Gli apripista
La povertà del dopoguerra aveva dato un nuovo impetuoso impulso alle emigrazioni, e moltissime famiglie minturnesi...
Minturno nel Connecticut
Ad un’ora di macchina da New York si era creata una piccola Minturno. Non so perché...
Amore a distanza
Intanto nel 1958 mia madre ci raggiunse in America, dopo il matrimonio di mia sorella con...