Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BelgioData di partenza
1955Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)È il 1955 e Lodovico Molari è in partenza da Milano per andare a lavorare nelle miniere del Belgio.
Siamo giunti a Milano verso sera con la sistemazione in dei locali al Sant’Ambrogio, là ci attende un grande fabbricato, entriamo troviamo dei locali freddi e tetri che davano senso di abbandono, nel nostro silenzio rimbombava il tuono delle nostre scarpe. Ci fanno sistemare nei piani superiori dove la luce era migliore e i locali abbastanza accoglienti, leggermente tiepido che invitavano al riposino. Ma quanti eravamo! Giunti da tutte le parti d’Italia che si parlavano più dialetti che italiano, ma non esistevano differenze di origini, eravamo italiani e basta, avevamo altro che pensare non esistevano né nord, né sud, né ovest e nemmeno est, né colore della pelle, eravamo povera gente che si andava cercando un mondo migliore pieno di speranza per un domani migliore.
Un mattino verso le ore dieci, ci mettono in fila davanti all’ingresso del Sant’Ambrogio che dava su una via dove una fila di tram era là ad aspettarci. In quel momento mi sono sentito smarrito, vi erano chi aveva le valigie pressappoco come le mie, ma quanti altri non ne avevano, ma fatta una legaccia con un panno, oppure chi si era fatto una cassetta di legno per conto proprio. Mentre si saliva, mi veniva in mente quelle tradotte militari che portavano i prigionieri nei campi di concentramento. Certamente tutta la gente che c’era intorno ci guardava stupefatta, mentre io cercavo di non incrociare lo sguardo con nessuno, perché veramente mi sono vergognato. Non vedevo l’ora di salire e di nascondermi in mezzo ai compagni di sventura, ma ero tra gli ultimi, perciò l’attesa è stata lunga.
Mentre si attendeva il nostro turno per scomparire, mi accorgo che un ragazzo col viso proprio da bambino mi seguiva ad ogni mio passo, gli rivolgo la parola e facendogli delle domande. Gli chiesi da dove veniva, mi rispose prontamente; vengo dalle vicinanze di Venezia! Ma come mai vieni a lavorare in miniera che sei ancora bambino? Sono senza babbo e mia mamma si è risposata, non mi vuole più bene e suo marito mi dà anche le botte. Ma quanti anni hai? Ormai sedici, posso venire con te visto che anche tu sei giovane? Ma certo! Ne sono Felice. Io però non sono più un bambino, ho vent’uno anni, sono maggiorenne. Non mi dava questi anni, perché in verità anch’io avevo una faccia da fanciullo che dimostravo circa la sua età. Non fa nul- la – mi disse – anzi meglio così, posso solo dirti che quando hai dato la tua destinazione ho scelto lo stesso posto perché in te ho dato tutta la mia fiducia. Finalmente arriva il nostro turno e saliamo, poco dopo si muove la tradotta e si va verso la stazione. Calcolato tutto, di fronte agli altri ero fra i più fortunati, tanti avevano molto meno di me nonostante che avessi avuto poco. La guida ci porta accanto a un treno facendoci segno di salire e aggiunge: questo vi porta tutti alle vostre destinazioni, era un treno speciale e doveva attendere per dare la precedenza agli altri treni.
Il viaggio
Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BelgioData di partenza
1955Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Ludovico Molari
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