Mestieri
EsattoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1942Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)È la vigilia del Natale 1942: Francesco Stefanile è in Russia, soldato italiano impiegato nella Seconda guerra mondiale.
24 dicembre 1942
Era quasi l’alba, davanti a noi apparve una grandissima conca, tutta bianca di neve immacolata, era spaventosamente bella a guardarla, affascinava e metteva paura allo stesso tempo, al centro c’erano tre casette che emettevano un tenue filo di fumo. Qualcuno disse: “Se quelle case sono abitate significa che abbiamo raggiunto le nostre retrovie”. E molti si misero a correre ma la neve fermo presto il loro entusiasmo. Io guardavo la scena ma pensavo a casa mia e mi chiedevo: “24 dicembre, vigilia di Santo Natale. Cosa faranno i miei cari? Andranno a Nola a comprare le vongole, i capitoni, i dolci e i fuochi d’artificio. Chissà se stanno bene? Sono sicuro che in cima ai loro pensieri ci sono io”. Sentii le lacrime calde sulle guance diventare subito fredde. Camminavo confuso e sballottato in quella massa di uomini, in testa alla colonna qualcuno aveva già raggiunto tre casette dalle quali partiva una strada che portava dove finiva la conca sull’altura. I tedeschi nel frattempo continuavano a sparare traccianti di colore verde e la nostra speranza cresceva anch’io ne ero contagiato. […] Mi accorsi che avevo i calzini molto bagnati e pensai di cambiarli con un altro paio che avevo nello zainetto con le sigarette: avrei avuto tutto il tempo prima che la lunghissima colonna terminasse di passare. […] Finita l’operazione calzini e rimesse le scarpe e fasce, mi sentii i piedi meno gelati , poi mi accesi una sigaretta e ne aspirai il fumo con gran sollievo, ma mentre mi accingevo a chiudere lo zainetto udii un rumore come di mille tamburi che suonassero a ritmo incredibile: erano spari di mitragliatori, parabellum e fucileria provenienti dal costone dove finiva la strada; rimasi impressionato dallo spettacolo che vidi : tutti quelli che erano in testa cadevano senza potersi difendere l’uno sopra all’altro; che cercava invano di allontanarsi dalla linea di fuoco veniva falciato senza pietà. Tutti gli altri della colonna come un’onda contro gli scogli, si ritiravano cercando riparo dietro i dislivelli o si nascondevano negli avvallamenti di terreno. Rimasi come paralizzato con il mitra puntato senza sparare, volevo vedere il bersaglio, ma quando sentii che i mie compagni non reagivano, allora mi decisi a sparare cinque o sei colpi rasente il costone. Poi, senza lo zaino, uscii dalla casetta e andai sul retro dove trovai tre compagni che sparavano continuamente; uno era siciliano e quando mi vide con il mitra me lo tolse di mano e si mise a sparare lui come un forsennato; io cercavo di capire: “ Ma a chi spari al costone?”. Lui mi rispose: “ Bedda matre , non vedi che quelli in fondo alla colonna stanno salendo il costone per prendere i russi alle spalle”. […] Il siciliano agitato grido:” Quando saremo sicuri che i nostri sono sul costone, attaccheremo i russi, dobbiamo andare tutti all’assalto; solo così potremo vincere”. Poi aggiunse: “Passate l’ordine!”. Lo guardai con ammirazione, io non ero certo un combattente valoroso come lui e tanti altri. Guardai ai piedi del costone e poi tutto lo spazio davanti, dovunque giacevano morti, la neve non si vedeva quasi più, calcolai oltre mille caduti. […] Appena udii una gragnola di spari provenienti dal costone capii che i soldati italiani si erano avvicinati ai russi e, come una marea partimmo tutti all’assalto con baionette e bombe a mano.
Il viaggio
Mestieri
EsattoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1942Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Francesco Stefanile
Prigioniero in Russia
I russi ben appostati, ben armati e mentalmente riposati facevano strage dei nostri, ma l’assalto continuava;...