L’afa di Lima

lunedì 1° febbr 1983

Carissimi, avrei dovuto scrivere questa prima lettera con la carta carbone per Milano e Ly. E chi la trova nelle valigie… che sono sossopra e non ancora svuotate. Stamani ho atteso invano una sensale con appuntamento alle 10. Dice che in Lima sono abulici. Vi scrivo dalla Hostaria di un emiliano. Il Babbo è al lavoro. Sarà premura di comunicare l’indirizzo della casa. Anche Fabbri ha cambiato proprio ieri. È inutile spendere 500.000 soles mensili. Vorremmo camera, salotto con divani per chi verrà. Mi pare non vero che siamo dal lato opposto dell’emisfero. Che caldo!

Non lo compero più il fon. Stamani ho lavato la mia caveza, sono uscita e dopo pochi passi ero asciutta. Rimpiango sinceramente anche il freddo lasciato in Italia. Quando per telefono “sai oggi alle 13 eravamo a 8 gr…”

Marta mi disse di non riportare a casa il cappotto mio blu. E chi lo vuole? Le donne giovani sono scollacciate alquanto. Al mare sabato ci siamo resfricati. La comitiva cui ci siamo aggiunti è di gradimento. Abbiamo già visitato due famiglie, ovviamente radunandoci tutti. Noi due siamo i decani e forse dato il lavoro del Babbo, mi dà melanconia questa prerogativa. E penso che dovreste esserci voi qui, a spopolare con le vostre bellezze. Appena si potrà sceglieremo una cornice per la foto.