Lavapiatti in Svizzera

Mestieri
infermieraLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Appena finita la Seconda guerra mondiale Cecilia Caporali decide di fare fagotto e partire, per qualche mese, alla ricerca di un lavoro, di un poco di benessere che nell’Italia messa in ginocchio da anni di conflitto non riesce a trovare. La sua meta è la Svizzera. Il lavoro che accetta è modesto.
Misero un’inserzione sul giornale per andare a lavorare in Svizzera per tre mesi.
Mi dispiaceva lasciare solo mio padre, ma infine haveva gli altri tre figli, due anche vicini, penso che un’occhiata gli e l’avrebbero data.
Poi erano soltanto tre mesi, e passano così in fretta!…
Così feci domanda anch’io.
I primi di giugno del 1946 partì con altre per la Svizzera, e giunte in tale territorio cominciammo a lasciarci, perché ognuna haveva una destinazione diversa.
L’ultima mia amica (che ad Arezzo abitava vicino a me) la lasciai a Berna, si doveva fermare all’hotel Bristol, e mi confidò che se havesse trovato un lavoro sicuro sarebbe rimasta, poiché in Italia ormai non haveva che una sorella che si éra sposata, i genitori ormai morti, quindi doveva trovare un lavoro duraturo per se.
Sarebbe rientrata in Italia solo di quando in quando per far visita alla sorella.
Ci lasciammo con la speranza di rivedersi.
Io continuai per il mio destino, ma non mi rendevo ancora conto dove sarei andata a finire.
Finalmente a sera arrivai ad Affolten In Emmental, cioè disperso tra gli alti monti, con davanti i ghiacciai eterni. L’Hotel Sonne (cioè del sole) questo éra il mio ristorante dove dovevo lavorare. Fortunatamente c’éra una milanese già a lavorare, poiché parlavano la lingua tedesca mischiata con qualche parola francese.
Per me sarebbe stato difficile capirli se non ci fosse stata l’italiana che faceva un pò da interprete.
L’Hotel éra grandissimo, molto bello, tantissime camere enormi saloni, e una cucina così grande!…
La famiglia, padrona del ristorante éra composta: dalla Crosmut (nonna) la Frau moglie del figlio a sua volta con un figlio maschio di circa 10 anni e che, mi sembrava il più duro della famiglia, con un volto non brutto, ma piuttosto cattivo, poi la Frauilen, cioè la signorina figlia della Crosmut, ma ormai zitella, e il figlio che non sembrava cattivo, però havevo l’impressione, che tutti dipendessero dalla Crosmut.
A tavola stavamo tutti insieme, sia a colazione, che a pranzo ecc…
C’érano tanti piatti da lavare, e a quel periodo non c’érano macchine come oggi, e poi non conoscendo la lingua, éra nel momento l’unico lavoro da fare.
Il lavoro non mi dava pensiero, solo che: mai un giorno di libertà.
Cominciavo ad imparare la lingua, mi misero a fare camere, e poi a servire a tavola; Mi trovavo molto bene, facevo anche molte mance, e poi: cominciarono a mandarmi a ordinare la spesa in grande stile.
Tutti mi capivano quando parlavo.
Il viaggio

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Sacrifici e no
Così me ne andai a Iccinac, sempre sul lago, ma ancor prima, cioè più vicina ancora...