Mestieri
attore, gestore di un cinemaLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1948Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Dopo una serie di lavori di alterno successo economico, Vittorio riceve la proposta più clamorosa della sua vita.
L’ingegnere ha preso a cuore la mia situazione, e conoscendo il mio carattere avventuroso, mi propone una cosa veramente straordinaria: un’équipe di geologi sto organizzando una spedizione all’interno del Venezuela, per conto di una società petrolifera americana, e ha richiesto alla ditta un elettricista, pratico di gruppi elettrogeni, disposto a seguire la spedizione in Amazzonia con una favolosa paga di 250 Bolívar al giorno; io sono pazzo di gioia, e dichiaro di avere requisiti richiesti e di accettare immediatamente l’incarico, anche subito, l’ingegnere perciò telefonò alla società avvisando di aver pronto l’uomo disposto a partecipare alla spedizione; corro a casa e comunico la notizia ai miei, rimangono senza fiato, e parlando dei pericoli che si corrono e mi dicono anche, ma io lo sapevo, di un’analoga spedizione, che due anni prima era stata trucidata dagli Indios Motiloni […].
No, la fortuna mi aiutato anche in guerra, E sono deciso a partire. Convinco i miei di stare tranquilli e faccio conoscenza con un altro collega portoghese che parte con me tranquillo e sereno [….].
Siamo nel 1949 e l’Amazzonia nasconde ancora tra le sue selve, molte tribù completamente primitive. […] La compagnia ci fornisce di tutto l’equipaggiamento da giungla, scarponi a stivaletti, casco coloniale, cinturone con machete -che poi è uno sciabolone, per tagliare l’erba e usi vari-, una bella pistola Smith and Wesson con cinque pacchi di munizioni oltre ad un fiasco e a chiusura ermetica con delle pillole blu da prendere giornalmente. Ora siamo a posto, sembriamo personaggi da film di Tarzan. Un funzionario della compagnia ci accompagna col camioncino all’imbarcadero dove è pronta una grossa barca, piena di pacchi di viveri, taniche di benzina e gente affaccendata a caricare i fagotti… […]
Nel giro di 15 giorni, la trivella ha lavorato senza posa, estraendo centinaia di carote di terreno e verranno esaminate dallo staff degli analisti, preposti alla ricerca di tracce di idrocarburi, oggi 15º giorno di spedizione veniamo convocati dal capo che ci istruisce sul comportamento da tenere con gli indios, specialmente con le donne che curiosissima se gli si dà un minimo di confidenza, loro si attaccano al bianco in modo ossessivo, figuriamoci poi sporche come sono, emanata tutto il corpo mi puzza nauseabondo, finita la predica… Siamo curiosi di esaminare da vicino tutto quello che c’è stato raccomandato […].
Vengono ricontrollati i nostri documenti, ma poi ci fanno firmare una dichiarazione aggiuntiva in cui è specificato che la direzione della spedizione non si assume la responsabilità di accidenti, o di malattie di ogni genere. Io e il portoghese ci guardiamo in faccia, ma poi firmiamo, ormai siamo qui e dobbiamo continuare, d’altra parte ci pare abbastanza tardiva la richiesta, visto che siamo già qui da oltre 15 giorni, ma la società considera il fatto sporadico che si potrebbero fare degli incontri pericolosi, e perciò si cautelano, perché noi essendo impiegati provvisori non possediamo la copertura assicurativa di mezzo milione di dollari che hanno i loro funzionari in forma stabile. D’altra parte 250 Bolívar al giorno meritano la condizione di rischio implicito nel nostro ingaggio.
Il nostro lavoro consiste nel corretto funzionamento del gruppo elettrogeno, e di tutta l’illuminazione del perimetro dell’accampamento e in più la notte abbiamo il servizio di guardia di un’ora e mezzo ciascuno, che consiste in una passeggiata continua intorno al campo, con una potente torcia elettrica e armati di carabina il servizio obbligatorio per tutti i componenti bianchi della spedizione, escluso il geologo capo […].
Il viaggio
Mestieri
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