Mestieri
traduttriceLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
IndiaData di partenza
2007Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
usi e costumiTemi
usi e costumiBrigitte osserva il funzionamento della società indiana che giorno dopo giorno le rivela i meccanismi arcaici da sempre ancorati alla logica delle caste.
6 agosto. Siamo a Repalle, il villaggio dello zio di Dileep. Una giornata memorabile anche questal. Questa mattina ci siamo preparati un leggero bagaglio per partire 2 giorni. Dileep è arrivato quasi puntuale con Muthu e Chandra e siamo partiti: credevamo dal fotografo per far vedere la nostra macchina fotografica che fa le bizze. Fuori da un “negozio” chiuso abbiamo aspettato a lungo mentre qualcuno andava in cerca del proprietario. Quando ha aperto, ci siamo accorti che era un negozio con 3 computer dove fanno video e Dvd e siamo rimasti 11 fino all’una mentre Dileep e il titolare preparavano il Dvd del Sahithi. Nel frattempo, Muthu era andato dal fotografo: La macchina è da aggiustare, ci converrebbe comprarne una nuova qui e far aggiustare questa in Italia, tanto più che è di Alexis. Altri vari giri e tappe in diversi posti di Tenali, poi siamo arrivati all’orfanotrofio dove c’erano una decina di bambini, mentre gli altri erano a scuola. Pranzo con riso piccantissimo al punto che Dileep ha mandato Gotham a comprare della Coca, ed io che solitamente la detesto, l’ho bevuta con grande piacere perchè era finalmente qualcosa di zuccherato! Dileep non è in gran forma: troppo stanco, troppi impegni, non abbiamo mai tempo di parlare… Sono riuscita a farmi spiegare qualcosa sui matrimoni in India in cui sono i genitori a scegliere il marito o la moglie per i figli. E per il matrimonio di Anupama, sua figlia, Sundhar era il dodicesimo “candidato” esaminato. Aveva anche rifiutato il figlio del suo migliore amico, il ministro dell’industria, perché non è astemio. Pur essendo le due famiglie cristiane, il matrimonio viene celebrato secondo il rito indù. Infatti nel video, sembra sempre che gli sposi non sappiano mai cosa devono fare in questa interminabile cerimonia. Però c’era anche il momento delle preghiere con un pastore. Queste mescolanze fra le due religioni —che loro chiamano “le nostre tradizioni”- sono continue e insopportabili per me! Poi come al solito è arrivata gente per conferire con Dileep e noi siamo usciti dall’ufficio. Così sono andata a medicare Anusha. L’avevo vista zoppicare prima molto più di ieri: in effetti, ha un enorme ascesso sotto il piede. Tutti camminano sempre scalzi e si sarà ferita sulla strada. Per fortuna, sono attrezzata con bende e pomata antibiotica! Poi una bimba piccola di cui non so ancora il nome è venuta a farmi un concerto di canti e balli tradizionali. Deve essere figlia di una ballerina: è troppo brava e graziosa! Infine Anusha mi ha fatto le loro tipiche decorazione con l’henné sulle mani. Nel frattempo, Dileep si era liberato e siamo partiti per Repalle, noi 3. Poi per strada, abbiamo caricato prima Muthu e poi Chandra ed infine un cugino di Dileep che ha guidato per due ore fra risaie, piantagioni di canna da zucchero e banane, attraverso villaggi miseri dove la gente vive in capanni di fango e foglie di palma. Per strada, bufali, maiali, capre… A Repalle, abbiamo ritrovato Joseph e Dileep ci ha portati in un mini appartamento dove abbiamo cenato con una specie di Kebab. Poi è arrivata la stampa: prima la televisione, e Sergio ed io abbiamo dovuto fare i nostri soliti discorsi in Inglese per spiegare chi siamo e cosa siamo venuti a fare in India. Poi i giornalisti della stampa scritta e di nuovo, discorsi in inglese! La nostra stanza non ha mai smesso di riempirsi e vuotarsi di amici di Dileep per ore: Dileep è vissuto qui da suo zio che lo aveva adottato fino a 20 anni: Quando Dileep è uscito per sorvegliare l’affissione dei manifesti per la commemorazione di domani, siamo rimasti a parlare con Muthu che se la cava un po’ in inglese. Ha 3 figlie di 20, 17 e 15 anni e vive a Guntur, una quarantina di km da Tenali. Joseph vive a Repalle, Chandra a Tenali: ha due bambini di 7 e 8 anni, maschio e femmina. Dopo di ché Dileep ha portati tutti al ristorante. Non capiamo niente degli orari dei pasti. Ci sembra di essere ingozzati come oche e ci dispiace sprecare cibo ma non possiamo mangiare a tutte le ore come fanno loro! Allora siamo rimasti qui. Sergio mi faceva notare ancora una volta come inconsciamente, il sistema delle caste è insito nel DNA indiano e si ricrea all’interno della casta! Dileep sembra il pascià e i 3 servi sono costantemente agli ordini. Non fanno altro che eseguire ordini. Mai un iniziativa propria. Ovviamente, Dileep li paga per questo, ma non si sente il rapporto datore di lavoro- impiegato. E’ stranissimo: specialmente con l’inseparabile Muthu, c’è una fortissima amicizia, ma non saranno mai pari. Ognuno sa esattamente qual è la sua posizione. La gentilezza e l’umiltà di Chandra e Muthu ci commuovono, mentre Dileep è il boss. Dà ordini. Non chiede mai “per piacere” o “scusa”. Mi urta questo modo di fare ma non voglio criticare una società che non conosco e nella quale non vivo. Cerco di essere aperta e di capire la mentalità indiana… Questa mattina, nei nostri vari giri, eravamo anche passati alla clinica di suo padre. In realtà quello che in India si chiama clinica è un dispensario, un ambulatorio, più o meno misero come tutto il resto, ed anche in una proprietà di suo fratello, con una piantagione di banane. Non capiamo nulla e non sappiamo mai cosa stiamo andando a fare, perché aspettiamo qua o là… E’ esasperante per noi che siamo abituati a sempre rincorrere il tempo. Queste attese lunghe ovunque sono molto penose per noi!
Il viaggio
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