Mestieri
InsegnanteLivello di scolarizzazione
LaureaPaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1923Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)È il 1923, il piccolo Aldo Zelli è in partenza per la Libia, colonia italiana dal 1912, per raggiungere il padre emigrato al termine della Grande Guerra. Viaggia con la madre e la sorella ancor più piccola.
Mia sorella dormiva: non aveva problemi, lei. Avendo circa otto mesi, come nonna si ingozzava un paio d’ore al giorno di latte e pappine e dormiva come un tasso per le altre ventidue. Io invece i miei piccoli problemi, li avevo. Andavo in Africa, tanto per cominciare, e mi risovvenivano le parole di nonna Elvira: i leoni, le foreste, le belve. Chissà come erano grandi le belve. Un sibilo prolungato, seguito da un sferragliare di catene mi strappò dalle mie fantasticherie. “Andiamo sul ponte a salutare la nonna – disse mia madre – E tieniti alla mia sottana. Se cadi in mare ci sono le balene che mangiano i bambini”. Obbedii all’istante. Le balene erano grandissime, forse più della nave. Una volta avevo visto sul giornalino una balena. Aveva una fontanella sulla testa. La nostra cabina era sul ponte. Attraversammo un corridoio illuminato e un atrio che dava sul ponte stesso. Ci accostammo alla ringhiera della murata. La nonna e i cugini greci erano sulla banchina e appena ci videro sventolarono i fazzoletti. “Quando torniamo dalla nonna?” chiesi. “Forse fra due o tre anni – rispose mia madre – Ma è probabile che la nonna venga a trovarci il prossimo anno”.
Il viaggio fu molto bello, almeno per me. Il mare era mosso e quasi tutti i passeggeri se ne stettero rintanati in cabina, per la prima notte, gemendo sulle cuccette, con un asciugamano bagnato sulla fronte e mezzo limone in bocca. Mia madre, con suo grande stupore, si accorse di non soffrire il mare, ma si fece servire i pasti in cabina perchè con quel tempaccio la nave beccheggiava ed ella temeva di scivolare con la bambina in braccio. Quando venne il capitano per assicurarsi che la cognata dell’amico del suo amico fosse a suo agio, io dichiarai chiaro e tondo che non mi piaceva mangiare in cabina. Al che quel buon uomo disse che avrebbe mandato un marinaio a prendermi e avrei mangiato con lui. I deboli dinieghi di mia madre non valsero a niente. “Il piccolo si annoierebbe in cabina, signora. E’ meglio che prenda un pò d’aria”.
Il viaggio
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L’asilo a Zuara
Una settimana dopo il nostro arrivo a Zuara, il babbo mi accompagnò all'asilo delle Suore Francescane....