Mestieri
giornalista, contadinaLivello di scolarizzazione
diploma Federazione svizzera di giornalismoPaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1964Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
ritornoTemi
ritornoUn cambiamento di vita, l’addio al lavoro, riportano Germana a vivere nella sua terra natale, per circa un anno. Poi il ritorno in Svizzera.
Ho smesso con il mio lavoro, così, da un giorno all’altro senza un motivo vero, recente. Mi hanno dato quattro soldi per un fascio di articoli. E io che facevo come volevano loro. Ho persino creduto di essere brava a volte… Nessuno mi ha mai insegnato a decidere, a volere qualcosa fino in fondo.
Adesso, dopo l’estate, mi sembra ancora meno vero, meno importante quell’andare in giro a vedere brutti film, a ranicchiarmi, in parte, su una sedia, guardando quelli che passano coi loro sorrisi finti sulla faccia.
“Se iò i ves di maridami…”. Se dovessi maritarmi, non sposerei un carnico. Dice una canzone. Ho fatto mie, le ho rubate quelle parole, senza sapere perché qualcuno le aveva inventate. Per vent’anni le ho innalzate quale baluardo della mia estraneità acquisita. Io, un carnico, mai! Se non fosse che io, loro li ho conosciuti solo attraverso lo spauracchio del loro seme che ogni ragazza per bene doveva ben guardarsi dall’accogliere. “Solo dopo sposati’.” Come dovunque, penso. Era cosi’ una volta. Era più importante imprimersi bene nel cervello la morale che le madri imparavano con le ginocchia sui banchi e che non serviva piu’a loro e al loro fascino decomposto di seni vuoti e anche mastodontiche.
Li ho conosciuti adesso i “cjiargnei” quelli veri, col pensiero dei bisnonni e i jeans reduci dall’ultimo autostop, con le teste riccie e avari di sorrisi, di parole. Essenziali. Ecco, essenziali e privi della voglia di convincere qualcuno a far qualcosa. Persino troppo schivi, per me abituata al parlar facile di città, al tifar fuori frasi giuste per ogni occasione.
Sono penetrata, per una mia ricerca, nel mondo della nostra infanzia. “Anche loro!” Ho pensato sorpresa, anche loro sono come me.
Ci assomigliamo, dopo tanti anni ci assomigliamo ancora. È questa la felicità? Scoprire che ognuno di noi ha girato, ha vissuto, ha abbracciato idee del momento ci si è buttato.. .. ed è rimasto lo stesso. Qualcuno mi ha guardata in modo strano, forse non ha capito perché ero li, col mio modo di fare “straniero”, perché, volevo sapere, conoscere, rivedere ogni cosa. Tutto cio’ che loro a mia insaputa stavano già facendo. Sono andata, una domenica, con una di loro ad usa festa. Una delle tante feste d’estate. La gente del paese aveva preparato i “cjiarscons” i tortelli dolci, rari adesso, delle sagre. Erano venuti su dal friuli ragazzi con i maglioni, coi Jeans, con un’ auto sgangherata, piena di strumenti. Mi sono accorta della musica mentre fotografavo una bambina bionda seduta su una panca, dietro un tralcio di vite che la rivelava a tratti ombreggiata, dolce… “Questi suonano davvero!” Ho pensato fermandomi. Avevano cercato e trovato, non so come, strumenti che nessuno più suona o conosce e.. Quelle musiche! Non potevo più stare li, sulla piazzetta, occupata per metà dal casotto d’assi d’abete coperto di rami verdi, odorosi, ad ascoltare le ciancie di un ubriaco. Mi sono avviata, dietro le case, sul sentiero ripido con quel mio amico nuovo, caro. Ci siamo seduti su assi malandate, nel prato, a raccontarci storie, calme, pacate… lasciando scorrere lo sguardo sui comignoli sotto di noi, sui monti scuri. Che pace. Doveva essere stato così un tempo. E quella musica…
Avro’ una casa, mia. Ho chiesto a mia madre di lasciarmi la piu’ buia, la piu’ brutta pensano loro. Quella con l’acquaio di pietra, il focolare, il pavimento di terra… Le mie radici! Che stupore ritrovarle.
Il viaggio
Mestieri
giornalista, contadinaLivello di scolarizzazione
diploma Federazione svizzera di giornalismoPaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1964Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Germana Carbognani
“Il treno che ho preso io”
Il treno che ho preso io, quando avevo diciott'anni, non era il treno degli emigranti. era...