Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Durante la protesta di piazza Tienanmen, nella primavera del 1989, molti dei manifestanti prendono d'esempio la destituzione di Hu Yaobang come simbolo del nepotismo del potere politico cinese, accusando Deng Xiaoping di aver destituito dalle cariche tutti quelli che non facevano la sua politica. Gli studenti in particolare elogiano le idee di Hu per la presunta libertà di parola e di stampa. Luisa è in Cina e racconta le notizie che le pervengono in quei giorni, gli umori della piazza, le repressioni della polizia. Ha un motivo in più per essere preoccupata, il figlio Alessandro ormai integrato a Xi'an, prende parte alle proteste con i suoi coetanei cinesi.
La protesta degli studenti dopo la morte di Hu Yaobang, avvenuta sabato 15 aprile all’età di 74 anni per un attacco cardiaco, si è riaccesa nelle maggiori città della Cina, in particolare a Shanghai e Pechino. Gli studenti dell’Istituto delle Belle Arti della capitale si sono recati a porre ai piedi del monumento agli Eroi del popolo in P.zza Tien An Men, un enorme ritratto di Hu alto circa tre metri proprio di fronte a quello di Mao Zedong appeso sulla porta d’ingresso della Città Proibita. Questa dimostrazione studentesca è stata la più imponente dopo quella del primo gennaio 1987, dispersa con violenza dalla Polizia; a quel tempo Hu Yaobing venne costretto a dimettersi dalla sua carica di segretario generale del partito comunista per non aver contrastato con fermezza le tendenze liberali e filo occidentali che si erano diffuse negli ultimi anni soprattutto tra i giovani. Oggi gli studenti, oltre a sottolineare la necessità di lottare contro la corruzione galoppante, vogliono che il regime riprenda in esame la decisione per cui Hu fu estromesso; già da tempo sofferente, sembra che il malore gli sia venuto dopo una violenta discussione avvenuta l’8 aprile con il conservatore Bo Yibo nel corso di una riunione del Politburo. A giorni ricorrerà il settantesimo anniversario dei moti studenteschi del 4 maggio 1919, una data importante perché quei moti costituirono l’inizio della presa di coscienza politica delle masse cinesi ed in particolare degli intellettuali, è quindi probabile che gli studenti si preparino a manifestare. Quale sarà ora la posizione del partito? Con i riformisti più accesi che erano con Hu e ora sono schierati col successore Zhao Ziyang, oppure con il primo ministro Li Peng sostenitore di una pausa di riflessione dopo dieci anni di riforme?
Sabato 22 aprile, giorno dei funerali di Hu duecentomila giovani si sono ritrovati in P.zza Tian An Men nella quale erano affluiti fin dalla notte, mentre cinquemila membri del partito lo hanno celebrato in forma privata all’interno del palazzo dell’Assemblea del popolo dove nessuno straniero è stato ammesso. La polizia, presente con ventimila uomini, non è dovuta intervenire perché gli studenti, che erano organizzati con leader e gruppi di coordinamento nelle università e sostenuti da molti professori fra i quali Fang Lizhi, il più famoso dei dissidenti, hanno dimostrato pacificamente. A Xi’an, in quello stesso giorno, la guerriglia urbana ha devastato alcune zone della città, sono state rovesciate ed incendiate auto e la polizia ha caricato la gente con i manganelli elettrici; le autorità hanno proclamato la legge marziale per ventiquattro ore, ma solo in una zona ristretta della città. Le mie ansie per l’incolumità di Alessandro sono aumentate dopo le prime manifestazioni studentesche quando ho saputo che anche lui, quel sabato 22 aprile, era stato trascinato dagli amici studenti nella piazza Xincheng dove la Polizia aveva picchiato la folla con manganelli elettrici. Cominciando a temere queste sue commistioni con la vita politica degli studenti e, preoccupata che possa venire coinvolto in qualche colluttazione, ho pensato di rimandarlo in Italia.
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