Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
AustraliaPeriodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Dopo un anno di reclusione nell’isola carcere di Goli otok, Umberto Bencic è finalmente libero.
Goli otok, isola nuda del Mediterraneo, isola di pene, di sangue, di morte. Rocce infuocate e case di pietra, costruite da una nuova stirpe di schiavi, popolo di una nuova epoca, cittadini di una nuova edizione sociale. L’isola del tormento era rimasta indietro sul mare azzurro e limpido d’un magnifico giorno d’estate. Vedevo appena, appena la più alta cima di rocce grigie scomparire lentamente sull’orizzonte di mare e di rocce. Ora non pensavo più a quel tempo lontano, pensavo alle verdi macchie che coprivano il paesaggio sulla terra solida del continente. Un lungo treno di carri bestiame si avvio lentamente sui pendii rocciosi verso la foresta d’abeti di Gorshi Kotar. Ma non guardavo più né il mare che scompariva lontano tra le isole; né le verdeggianti macchie sul fianco della montagna. Pensavo, pensavo cosa sarà domani e nel pensiero nasceva ancora una canzone, ed alle parole si aggiungeva la musica, una musica che avrei intonato solo per me, una canzone che avrei cantato solo a me, nei giorni della vita di domani, una canzone pensavo che si sarebbe perduta come si perdono tante cose sul cammino della vita. Dolce ritornar, dolce ritornar, o dolce ritornar. Anche se non era ancora un vero ritorno, almeno la mia canzone avrebbe volato sopra il mare e le colline fino alla mia valle natia, alla mia mamma. Poi svanì dal mio pensiero ancora una volta ogni ricordo. Di tutto il viaggio mi rimase impresso che camminavo in testa ad una lunga colonna che in disordine marciava sulla sommità di un grande argine. Il Danubio non era lontano da noi ma non si vedevano le sue acque torbide. Una vasta palude coperta da una fitta boscaglia ed alti alberi chiudevano lo sguardo avanti verso il fiume e la vasta distesa. Poi girammo a sinistra e presto ci trovammo in un villaggio nascosto tra alti e maestosi alberi. Eravamo giunti sul luogo dove avrebbe passato la strada. Una strada che avevamo il compito di costruire prima di raggiungere le nostre case. Dopo poco arrivo il grosso della colonna, ed il villaggio fu invaso come in un giorno di fiera.
Il viaggio
Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
AustraliaPeriodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Umberto Bencic
Ai piedi delle Alpi
Non ricordo né il saluto alla mamma, né il saluto alla mia terra, ricordo; solo che...
Senza pace
Ero ritornato ancora una volta sui sentieri della mia infanzia. Era passato un anno solo, ma...
L’isola nuda
Era veramente nuda l’isola Goli. Andammo uno dietro all'altro nel frastuono delle voci che migliaia di...
Verso l’Australia
Mi decisi di scrivere a Roma, al consolato australiano. Non chiedevo di andare in Australia, ormai...