Mestieri
insegnante, ristoratriceLivello di scolarizzazione
diploma magistralePaesi di emigrazione
PerùData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Carla è una maestra di vent’anni. Una sera, in una trattoria del paese in cui insegna, ha conosciuto un uomo che le ha preso il cuore.
Da quella cena “da Giuseppe” aveva scoperto in quegli occhi, in quel suo modo di parlare, la capacità, la chiarezza, la fiducia che lui sapeva inculcare negli altri, in chi lo ascoltava. Parlarono di tutto, stavano iniziando a conoscersi, ma lei era già presa dalla sua calma, dai suoi principi, dalla sua vita vissuto in quel pezzo di mondo così vicino alla casa di lei ma così lontano dal suo mondo di ragazza abituata a trascinare altri con parole lette, copiate, mai sue.
Per un momento quella sera lei chiuse gli occhi, ed ebbe paura per un istante che si vedesse che tremava: desiderava ardentemente raggiungerlo nel luogo della mente in cui lui già viveva. Lei godeva di questa conoscenza, di questo essere lì con lui. Lo sentiva vicino e lontanissimo, quel suo desiderare di partire lo portava ancor più lontano da lei… mentre invece lui voleva che lei andasse da lui, con lui, per lui.
Quella sera durante la loro fuga segreta, prima che Bak la riaccompagnasse a casa dalla sorella Carmela, avevano trovato un modo di comunicare, un progetto solo loro, che lassù in canonica non sarebbero riusciti a fare, perché impossibilitati a parlare apertamente di sé stessi.
Nell’ottobre del 1952 il Bacchelli partì solo, promettendo di scrivere ai suoi una parte della verità che avrebbe incontrato laggiù oltre l’equatore. A lei sola, al fermo posta di Bologna, avrebbe scritto le verità assolute che avrebbero potuto impaurirla o farla desistere dal suo proposito di raggiungerlo.
Le lettere erano descrizioni di paesaggi e di abitudini nuove e diverse, mescolate ai sentimenti e alla nostalgia, nostalgia grande, procurata dal distacco dalla famiglia e dalla propria terra.
Un giorno arrivò anche una missiva in busta grande e speciale: era la procura che l’uomo lontano mandava al vecchio amico di famiglia perché lo sostituisse in chiesa il giorno del matrimonio.
Arrivarono i documenti, ma il padre negò la firma. Il motivo fu subito chiarito.
“Vedi figliola, sei minorenne ed io debbo andare in Municipio a dichiarare che ti autorizzo a sposare e a partire, ma se domani tu ti troverai male, per un qualsiasi motivo, puoi sempre rinfacciarmi che io, più vecchio che conosco la vita più di te, non solo non ti ho avvertita, ma ho anche firmato perché te ne andassi da casa. No, no, no! Quando avrai la maggiore età, i tuoi 21 anni, potrai decidere tu per te, senza bisogno di firme, e sarai tu l’artefice e la responsabile delle tue decisioni.
Carla e il Bacchelli, dopo sei mesi e 75 lettere d’amore, si sposarono per procura.
Il viaggio
Mestieri
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