Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1911Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Salvatore lascia l’Italia nel 1911, dopo un commovente commiato con il fratello. Attraversato l’oceano, giunge al cospetto della baia di Buenos Aires nel giorno del Sabato Santo, il 15 aprile di quell’anno.
A Napoli, ci aspettava mio fratello Angelo, che aveva venuto apposta da Viterbo per salutarmi. Abbiamo passato insiemi l’indimenticabile giorno del Patriarca S. Giuseppe; mi comprò un soprabito, una bella chitarra, e tutto ciò che mi occorreva per il viaggio; oltre di avermi anticipato il denaro per il passaggio. La spartenza fu commovente, mi accompagnò abordo, e abbandonò il Piroscafo all’ultimo momento; quando il vapore lasciava il porto ci siamo dato l’ultimo addio sventolando i fazzoletti, e quando lo perdi di vista un’orribile abbattimento si appoderò di me, rifressionando sull’affetto di mio fratello, che nella nostra vita ci siamo viste poche volte sempre di occasione. Il viaggio di Napoli a Genova, l’abbiamo fatto in pessima condizione sul piroscafo «Stella Polare». Giunto a Genova, sono andato a trovare al mio caro amico Alessandro Raffin, Sergente del 92° Reggimento di Fanteria, passando il pomeriggio insiemi ricordandoci della nostra vendura a Genova da tre anni prima, e tanti bei ricordi della nostra vita passata nel nostro paesello. Verso sera abbiamo abbandonato il porto di Genova, imbarcati sul vecchio vapore «Minos» dell’antica Compagnia Ligure Brasiliana.
Era l’ultimo viaggio che il Minos faceva a Sud America; vi era molta comodità per la 3° classe, e si mangiava discretamente. Il viaggio fino a Gilbiterra fu splendido, ma passato il stretto abbiamo incontrato il mare aggitato per due giorni consecutive. Per molte giorni non abbiamo visto più terra fino alla costa Brasilegna. Abbiamo toccato il porto di Santos, entrando per un pittoresco canale. Dopo ventequattro giorni di viaggio apparve alla nostra vista la grande città di Buenos Aires. Ma siamo rimasti due giorni alla rada, sbarcando il Sabato Santo, il giorno 15 di Aprile del 1911.
Al porto doveva incontrare ai miei amici Romeo, Marino, e Antonio Cappa; ma per la confusione di avere rimasto i due giorni a bordo si sono desorientate. Allora una famiglia di Siciliani della Provincia di Siracusa, che abbiamo presa relazione abordo; mi condussero con loro; ma io stava preoccopato per incontrare all’amico Romeo, e siccome teneva la sua direzione sono andato a trovarlo, mentre con l’amico Isidoro Marino, si preparavano per andare al porto in cerca di me. Quella sera abbiamo trovati a tutti gli amici, e paesani di costì, tanto che mi semprò di trovarme di nuovo al mio paese._
Dopo due giorni per mezzo dell’amico Domenico Nicolosi, di Carrabba, ho incontrato lavoro in una fabrica di calzolaria, dove lavorai per circa sei mesi; Ma siccome l’amico mio Antonino Foresta, lavorava nei Tramvai, mi consigliò di lavorare anche io di Tramvieri, e sono andato da Fattorino. Lavorava sempre con l’intusiasmo di ritornare presto all’italia. Per un giovane scapolo la lontananza della sua famiglia, e un grande sagrifizio. Occupammo una stanzetta di legname molto cara, e mala costruita , insieme all’amico Isidoro Marino, e Nicolosi. Dovevamo farne da mangiare noi, e tutta la polizia personale.
Il viaggio
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