Paesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Al padre di Vilma, antifascista, vengono negati i documenti per l’espatrio in Corsica. Dopo un acceso scontro con i fascisti di Massa ottiene finalmente le carte necessarie e precede la famiglia sull’isola.
Al momento di salire sulla nave, un improvviso contrordine che successivamente si venne a sapere proveniva dal gerarca del paese, gli impedì la partenza ritirandogli il passaporto e costringendolo al ritorno a casa.
Ritornando al paese di partenza, la prima cosa che fece, sprezzante del pericolo che andava incontro, si recò alla sezione del fascio e minacciando il Segretario diede a quest’ultimo un ultimatum che se entro quindici giorni non avesse ottenuto il passaporto ritirato e la possíbilità di espatriare, sarebbe stato meglio per loro ucciderlo prima che lo facesse lui aí responsabili di quello che lui riteneva una evidente ritorsione. La minaccia giunse a buon fine, tanto è vero che dopo pochi giorni riebbe il documento e finalmente parti per la tanto sognata meta.
Allora i mezzi per comunicare fra papà e la famiglia erano difficili e noi tutti i giorni aspettavamo con ansia il momento di riunirci e questa occasione arrivò dopo circa sei mesi. Partimmo proprio la sera dell’ultimo giorno dell’anno 1935, io, Virginia, cosi si chiamava la compagna di papà con sua figlia Uliana mentre le mie sorelle e fratello rimasero con una zia e ci raggiunsero nei primi mesi del 1936. Anche il mare sembrava scagliarsi contro di noi, il viaggio si svolse nelle peggiori condizioni immaginabili, onde che mettevano in seria difficoltà la limitata stazza del piroscafo, allora si chiamava cosi ma , con l’aiuto del buon Dio a cui tutti i passeggeri si raccomandavano, arrivammo in Corsica.
Il viaggio era stato talmente stressante e faticoso che all’arrivo non avevamo neanche la forza di abbracciare papà. Il giorno tanto sospirato era giunto, lo splendore del mare dei giorni successivi ci dava la speranza che finalmente anche per noi ci sarebbe stata una vita migliore. Papà aveva trovato una piccola abitazione dove andammo a vivere, era però sempre in noi la speranza di ritornare al paese che avevamo lasciato con gli amici e i parenti che, ognuno di noi aveva, con il cuore in gola salutato, con la promessa che saremmo tornati presto. Subito ci siamo messi a disposizione del babbo per contribuire ognuno a suo modo a raggiungere l’obbiettivo di tornare in Italia.
Il viaggio
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