Paesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1965Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)L’arrivo di Paola in America attira l’attenzione dei media locali: la storia romantica del suo matrimonio a distanza con Tonino ha colpito l’attenzione della comunità dell’Alabama. Una comunità nella quale Paola e Tonino cercano di inserirsi subito.
Proseguimmo con un altro aereo verso Huntsville dove Tonino mi aveva programmato una vera sorpresa. Mi trovai abbagliata dai flash e con le braccia cariche di fiori, come una diva. La nostra storia ai giornalisti locali era sembrata da raccontare e l’indomani i quotidiani portavano la nostra foto e diciture come “Longe distance bride”. Devo aver intenerito le romantiche casalinghe dell’Alabama. L’impatto più duro fu, per me, la lingua. Tonino mi immerse di prepotenza tra gli americani, per evitare che mi imprigionassi pigramente tra gli altri italiani presenti lì per motivi di studio come lui, alcuni anche con famiglia al seguito. Durante i cocktails di prammatica del venerdì e del sabato sera, mi sforzavo di capire e spesso tornavo a casa con terribili mal di testa. Fui molto fiera di me quando cominciai a farfugliare alcune frasi, con pronuncia assolutamente allucinante. Un altro problema di non secondaria importanza fu la necessità di imparare a cucinare. A casa mia mi veniva chiesto tutt’al più di fare le patatine fritte, perché la mamma odiava friggere. Ora dovevo pensare alla colazione (american style, bacon e uova), al lunch (italian style, un primo, secondo e contorno), al dinner (qualche volta di stile americano, altre volte italiano). E’ rimasto storico il mio primo brodo. Avevo comperato un tre etti di carne da bollito, che mi sembrava potessero andare bene per due persone. Però usai un grosso pentolone che Tonino aveva comperato per fare gli spaghetti con gli altri italiani quando era solo. Doveva avere una capacità di una ventina di litri, e lo riempii completamente di acqua. Ci misi i tre etti di carne e le verdure e dopo un paio d’ore calcolai che il brodo dovesse essere pronto, perchè era quello il tempo che più o meno ricordavo. Il livello dell’acqua si era abbassato di un paio di centimetri e il sapore era tutto da immaginare. Aggiunsi sale. La pastina la buttai abbondante, ma ugualmente il risultato fu fallimentare, Tonino sorbì pazientemente quell’acquetta salata senza fare commenti. Se ricordo bene il resto del “brodo” fu gettato nel gabinetto. La mia cucina era tanto bella che avrebbe dovuto invitare alle virtù culinarie, tutta smaltata di rosa, frigo compreso. Poi avevamo un salotto blu, una camera da letto e una seconda stanza che non usavamo mai, tipo studio con un altro letto singolo. Man mano che mi inserivo in quel mondo così diverso dal mio, mi accorgevo di quanto, luoghi comuni sugli americani dovevo correggere. Per esempio, in Italia gli statunitensi erano quasi simbolo di trasgressione e disinvoltura, per quelle loro camicie ultracolorate un po’ folli e altre caratteristiche del vestire così lontane dal gusto dell’europeo medio di quegli anni. Invece no, non mi è mai capitato di conoscere gente più conformista degli americani, almeno quelli di allora, è tutto “schedulato”: come ci si deve vestire, quello che si deve dire nelle diverse circostanze, quando è obbligatorio divertirsi e quando ubriacarsi, in quali sere fare all’amore. Si lavora dal lunedì al venerdì, il che è piuttosto normale. Le mogli in quei giorni girano tranquillamente in shorts (anche se fornite di coscie cellulitose), senza trucco e con bigodini e retina in testa. Al rientro del coniuge lavoratore, via i bigodini, accurato make-up, vestitino carino, aperitivo e dinner. Le sere del venerdì e del sabato libagioni in abbondanza e avances erotico sentimentali, senza troppi complimenti anche da parte di esangui impiegati e corrose casalinghe. La ressa della domenica mattina era un rito, lui spesso in abito scuro, lei obbligatoriamente con cappellino, i bambini con gli abiti della festa pieni di fronzoli. E’ vero che eravamo nel profondo Sud, ma è anche vero che lì ad Huntsvillé confluivano famiglie da tutti gli States, quindi l’idea che mi stavo facendo era quella dell’americano medio, non quello dell’Alabama, erano gentilissimi, venivi presentato e ti dicevano: “Very glad to meet you, please, please, come to visit me!”. Il tutto era espresso con grandi sorrisi e aperta simpatia, così capitava che alcuni ci credessero davvero e andassero a trovare chi li aveva tanto insistentemente invitati, per trovarsi poi di fronte una o due persone allibite, che li mettevano gentilmente alla porta, al massimo dopo un drink consumato in un imbarazzato silenzio. Io e Tonino fummo nessi subito al corrente di queste usanze e ci regolammo di conseguenza. C’era un’altra abitudine, proprio opposta a quella suddetta. Giungevano al Comando telefonate di gente che desiderava ospitare per un dinner spagnoli o turchi o tedeschi o italiani. Una volta capitò a noi e devo dire che fummo accolti con grande simpatia e fu una piacevole serata. Poi io forse ispiravo tenerezza, perchè avevo il pancione. Nonostante la mia difficoltà a capire e ad esprimermi, con alcune famiglie stringemmo rapporti di vera amicizia. Scoprii che arche li americani nutrivano dei radicati luoghi comuni: noi italiani sapevamo tutti cantare, gli uomini erano amanti meravigliosi, alla Rodolfo Valentino, le donne sullo stile di Gina Lollobrigida, seni prosperosi, sederi a mandolino, occhi neri profondi, scollature generose. Io e Tonino non rispondevamo affatto alle aspettative, eravamo magrolini, allora. Io poi vestivo in modo piuttosto sobrio e i miei abiti erano accollati. Ad un ricevimento dovetti insistere per convincere un alticcio interlocutore che no, non ero francese, no, ero proprio italiana. D’altra parte gli americani si dimostravano apertamente ammirati e forse anche un po’ gelosi della nostra lunga storia e del patrimonio artistico e culturale.
Il viaggio
Paesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1965Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Paola Larese Gortigo
Insieme in America
Verso la metà del '64 a Tonino venne proposto di seguire per un anno e mezzo...
Il momento più intenso
Partii da Linate con un aereo dell'Alitalia alle 12 del 30 luglio. Ero emozionata e spaventata....
Argomenti tabù
Frequentando i nostri amici, capimmo che due erano gli argomenti "tabù", dei quali non amavano parlare...
Incinta in America
Dopo nemmeno un mese dal mio arrivo ero incinta, data prevista per il parto il 22...