L’ultimo viaggio

Il colpo lo presi al mattino quando stavo per uscire, mi sentii una canna fredda puntata alla pancia, era un mitra, mi chiesero di mettere le mani in alto ed incominciarono a frugarmi, non trovando nulla di quello che pensavano di trovare, mi chiesero i documenti li guardarono e si scusarono con me, era la seconda volta che mi succedeva, ed incominciai a pensarci un po’ sopra, ma ne vedevo di queste cose giornalmente, perché a quei tempi Parigi era come in stato di guerra, a causa degli attentati continui, che facevano gli Algerini, e quindi vi era anche da capirli.

Ci fu una retata della polizia, fermarono anche me e mi fecero fare molto tardi nel tornare a casa, un sacco di domande e un sacco di storie, e finalmente mi rilasciarono, incominciai ad averne abbastanza di questa storia, perché dopo aver lavorato tutto il santo giorno, mi dovevo attendere queste sorprese la sera, così decisi, che se mi fosse successo ancora, avrei fatto le valigie, e me ne sarei ritornato in italia, passò altro tempo un po’ tranquillo, ma qualcosa vi era per aria, infatti mi ritrovai in mezzo ad un’altra retata, e questa volta dissi basta, infatti ritornai a casa di filata, presi la valigia, la riempi de quei quattro stracci che avevo in dotazione. Presi la via della Stazione senza alcun pentimento di sorta, per il mio pensiero era una decisione giusta, e quindi non sarei ritornato indietro. Così finì per sempre dal farmi sfruttare in terra lontana.