Mestieri
politicoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1957Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Franco riesce ad arrivare a Mosca, nel 1957, giovane studente al quale il Pci e l’Unione Sovietica offrono la possibilità di studiare Economia politica e di essere economicamente autosufficiente. È un cambiamento epocale nella sua vita, fino ad allora segnata dalla povertà e dalle ristrettezze.
All’università Lomonosov, vi erano circa 25 mila studenti e studentesse. Migliaia di loro non erano sovietici, ma provenivano dalle tante nazioni del pianeta dove erano in corso le guerre d’indipendenza anti-coloniali, o erano attivamente impegnate nel Partito Comunista. Quindi c’erano Algerini, Vietnamiti, Svedesi, Inglesi, Francesi, Italiani ed i Cinesi che avevano da poco portato Mao Tse Tung al potere.
L’università era una grande e meravigliosa opera architettonica della quale giustamente i sovietici andavano orgogliosi. L’edificio era pressoché nuovo, essendo stato ultimato nel ’53, progettato dall’architetto Rudnev; eretto sulla Collina dei Passeri, la sua torre è alta 240 metri, è composto di 5000 stanze ed ha 32 chilometri di corridoi.
Io, così come ogni altro studente, disponevo di una camera con una libreria, la radio e il bagno in modo da poter avere tutto il necessario per vivere. C’erano poi le aule scolastiche ed altri saloni più grandi per convegni e conferenze. L’intera struttura era circondata da parchi e campi attrezzati per attività sportive, tra cui piscine e palestre. Gli studenti russi e anche noi stranieri, percepivamo uno stipendio mensile come se fossimo operai e ciò ci permetteva una piena autonomia. Per me si trattava di una vita lussuosa e inimmaginabile, provenendo da Quinzano d’Oglio da una famiglia di braccianti e per la prima volta potevo fare la doccia con l’acqua calda, in un ambiente riscaldato.
Mi iscrissi alla facoltà di Economia Politica, perché ero già impegnato in politica e pensavo di poter ottenere così più strumenti per continuare e migliorare nel mio impegno. In quegli anni mi sono capitate tante cose, alcune delle quali vale la pena ricordare perché le ritengo rilevanti. Arrivai nel febbraio del 1957 e per i primi cinque mesi mi dedicai unicamente allo studio della lingua russa. Mi ero imposto di acquisire ogni giorno un certo numero di vocaboli nuovi, facilitato dal fatto che, a ogni passo, dovevo potermi esprimere nella lingua russa perché là non trovavo un solo italiano a cui rivolgermi per un aiuto. E quindi sono stato obbligato ad utilizzare la lingua russa fin da subito: ad esempio se vai a mangiare devi imparare presto a dire “pane” (in russo: “хлеб”), così come per ogni altra esigenza quotidiana dovevi sforzarti a trovare le parole adatte: questa “immersione” totale, se all’inizio fu molto faticosa, nel complesso mi ha aiutato a migliorare e accelerare l’apprendimento.
Il viaggio
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