Mestieri
scrittoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Francia, ArgentinaData di partenza
1922Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)1928. Virgilio Martini è a Buenos Aires. Osserva e descrive i lavori svolti dagli italiani emigrati in quegli anni.
Buenos Aires, 1 maggio 1928
Buenos Aires è piena di lustrascarpe : sicuramente migliaia. Purtroppo italiani, quasi tutti: calabresi. Ogni salòn para lustrar (ve ne sono a centinaia) ne ha una decina o più. Lustrano scarpe dalla mattina alla notte, meno quello di loro che è di turno sull’uscio a adescare i passanti:
“Adelante caballero! Se lustra!”
Né il grido né l’aspetto dei lustrascarpe mi sembrano da sirene; ma evidentemente lo sono, per gli argentini.
Questi lustrascarpe guadagnano da 150 a 200 pesos al mese, fra stipendio e mance, ossia molto meno di quel che guadagno io. Con la differenza che, fra dieci anni, loro avranno sicuramente una fortuna, in Italia; e io, chissà. Spendono appena una cinquantina di pesos al mese; il resto lo mandano in Italia. A 120 pesos al mese, sono 1440 pesos all’anno di economie, 14.400 in dieci anni: ossia un 120.000 lire. Che, in un paesello calabrese, rappresentano una fortuna.
Il difficile, per me che spendo 75 pesos solo per la camera, è di riuscire a vivere con 50. Loro ci riescono: dormono in dieci in una stanza che costerà meno della mia, e mangiano quasi unicamente spaghetti fatti in cooperativa, nella stanza medesima.
Buenos Aires, 8 maggio 1928
Ieri e oggi ho provato a far caricature nei caffè, per passare il tempo, come facevo a Parigi. Ingenuo! All’Ideal e al Real Coruña m’hanno subito avvertito che non è permesso, perché “il pubblico o le ragazze dell’orchestra potrebbero offendersi”.
Buenos Aires, 21 maggio 1928
L’Argentina (e, mi dicono, tutta l’America Latina) è il paese del mañana. (Che vuol dire “mattina” e “domani”, ma in questo caso è usato come “domani”).
Non si può far niente oggi, bisogna farlo mañana. È impossibile combinare oggi un affare con un argentino, anche se è conveniente per lui. Bisogna ripassare mañana. E domani, probabilmente, ci si sente ripetere: “Vuelva mañana”.
E così via, con una serie di mañana che a volte durano mesi.
Il viaggio
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