“Mi arrolai”

Mestieri
tramviereLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)

È il 1935, l’Italia sta per occupare l’Etiopia e Umberto Guidarelli si arruola volontario. Viene destinato a un plotone chimico, anche se di chimica non sa niente.
Il ventidue novembre anno 1935. XIV benche il mio affetto famigliare era tanto uscii dal mio nido d’amore l’assando il mio piccolo che ancora non sapeva distinguere cosa il suo papà intendeva fare. Perche vuole lassarmi? Ebbene benche la donna che viveva al mio fianco pianceva disperatamente io non tenni peso.. mi arrollai; Passano ventisette giorni di vita militare in Patria; fui destinato alla Divisione Tevere Plotone Chimico: fra me pensai; cosa neso di questa chimica: ma in venti giorni mi mise al corrente di qualche cosa di guerra chimica.Viene l’ordine di partire, il conflitto si era scatenato nelle nostre colonie africane.
La sera del 17 dicembre 1935 anno XIV alle ore 23.30 si partiva dà Roma Stazione Scalo S. Lorenzo per napoli. Nella più angoscia lassai la mia mamma, il mio piccolo, la mia moglie nel più atroce dolore. Tutta la notte si [era/ha] percorsa con lentezza, si viaggiava su un treno merce, che portava anche il nostro materiale. Finalmente il giorno 18 dicembre 1935 alle ore 12. si raggiunse la Stazione di Napoli. non appena scesi, ci intrappellano, ci conducono in un posto per farci prenottare. Ma dove ci condussero: Si poteva capire che prima era stata una residenza di maiali, umpo di paglia sparsa fu il nostro letto; ma la nostra fede era al disopra del sacrificio. Il giorno 19 alle ore 14. ci intrappellano di nuovo, zaino in spalla pronti per l’imbarco: alle ore 17 ogni uno alla sua cuccetta; Il Piroscafo che di nome si chiamava Lombardia, esportava oltre cinquemila uomini. La notte dal 19 al 20. fu passata ha bordo tra napoli. Il giorno 20 alle ore 17 il Piroscafo spostava leggermente fra lintusiasmo del popolo napoletano, che assisteva i legionari che partivano; Intesi nel mio cuore uno strappo: Il mio pensiero volo subito, a quella mamma e quel piccolo figliolo, quella donna che era stata la mia compagnia nei miei giorni felici. Ma la mia ora era quella della partenza. Quel grande palazzo calleggiante si allontanava man, mano, ci portava lontano dove manco il nostro pensiero poteva arrivare. (La notte interviene col cuore umpo aggitato presi possesso del mio piccolo giagiglio che mi era stato assegnato.) Mi adormentai? Nel risveglio trovai gia labba; salii in coperta per contemplare meglio il poetico mare Mediteraneo. I miei occhi non scorgevano più terra della nostra bella Italia. Cosi tramonda il giorno 21. e 22. cielo e mare. Il giorno 23, non appena l’aurora, me ne andai a prua, come uno scienziato mi mise a contemplare le stelle, la luna, labba si approssima, il chiarore dei primi raggi solari, porta i miei occhi alla scoperta di terra. Mi acosto à qualche marinaio in servizio e domando cosa era. mi risponde che erano Isole Greche, isola di Candia, mi parlò qualche cosa di quelle isole che mi fece molto piacere. Quattro, o, cinque ore trascorrono, alle ore 19. si scorgeva di nuovo terra. Tutti dicevano che era Porto Said. In fatti, poco tempo ci porta alla bella cittadina di Egitto. Il Piroscafo rallenta pian, piano acosta ai margini del Porto. La nostra gioia fù che in termine di dieci minuti il Piroscfo fu circondato da barche e motoscafi di Italiani resitendi colà.
Il viaggio

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