Mestieri
barbiereLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
GreciaData di partenza
1941Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
guerraTemi
guerraDopo l’8 settembre, comincia la ritirata dalla Grecia delle truppe italiane. Basana racconta lo sbandamento e le difficoltà di una lunga marcia senza viveri.
Lasciammo con rimpianto i compagni rimasti per loro scelta e ci avviammo verso Paramithia. Fatti diversi chilometri vedemmo il paese in fiamme, opera dei tedeschi, per distruggere tutto al loro passaggio. Ad un certo punto ci fermammo con l’ordine di scendere. I camion ritornarono indietro e da quel momento non restava che sperare nel buon senso dei partigiani, con i quali eravamo stati sempre in buona armonia. Il maresciallo ci raccomandò di non sprecare l’acqua, di rimanere sempre in buon accordo e che così ce l’avremmo fatta. Macinavamo chilometri su chilometri. Ci fermavamo solo per mangiare e dormire per terra ai lati delle colline. A turno facevamo la sentinella. Siamo stati contattati dai partigiani che chiedevano munizioni. Il maresciallo disse: “Giammai, potremmo trovare i tedeschi o i fascisti, abbiamo sempre avuto ottimi rapporti ma di armi meglio non parlarne, anzi vi saremmo grati se ci diceste dove potremmo trovare dell’acqua”. Ci dissero di non bere quella dei pozzi perché avvelenata, fra qualche giorno avremmo trovato il fiume Berati. Ringraziammo offrendo loro qualche pacchetto di sigarette. Dissero: “Andate, staremo sempre all’erta (caliniti), buona notte”. Tutto filò liscio e via sotto il sole cocente fra le aride montagne. Il maresciallo diceva di bere il meno possibile. Eravamo quasi a secco quando vidi una casupola un po’ più su, lasciai la fila con la scusa di un bisogno, bussai alla porta ed uscì un vecchietto; gli chiesi da bere ma rispose che aveva poca acqua piovana che serviva a lui. Il discorso fra noi era più in greco che in italiano. Gli dissi: “Tu sei senza soldi, la dracma non vale niente, ti posso dare mille lire italiane se mi dai da bere. Gli mostrai le mille lire, ( pensate che con cinquemila lire, a Mestre, si comprava un appezzamento di terreno) le guardò, se le mise in tasca e mi versò dell’acqua nella bonaccia; presi dal tavolo una scodella e chiesi di riempirla, anche per accertarmi cosa avrei bevuto. Direte: “magro affare” ma credetemi, quando si ha la gola incrostata e le labbra sanguinanti non c’è oro che possa colmare la tua sete.
Il viaggio
Mestieri
barbiereLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
GreciaData di partenza
1941Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Giacinto Basana
Il bambino greco
La vita si faceva un po' difficile a causa dei partigiani greci poiché il nostro aeroporto...