Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
frequenza scuola media inferiorePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1937Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
guerraTemi
guerraÈ il 10 giungo 1940, l’Italia entra nella Seconda guerra mondiale e anche per i marinai come Costigliola in navigazione del Mediterraneo scatta l’allarme: a bordo la notizia viene accolta con trepidazione e scompiglio.
Nel pomeriggio viene annunciato che alle 18 il duce parlava alla radio. Difatti alle 18 in punto, tutto il personale libero dal servizio è radunato attorno alla radio per ascoltare con vera ansia il suo storico discorso; da questo apprendiamo che le dichiarazioni di guerra sono già state consegnate agli ambasciatori di Francia e Inghilterra. Questa notizia riempie di gioia i nostri cuori, perchè è scoccata finalmente un’ora che segnerà un nuovo destino nella storia della Patria. L’Italia ricalca oggi le veci dei suoi trionfi, le aquile di Roma spiccano ancora una volta il volo verso mete che saranno raggiunte con la nostra tenace volontà di vittoria. Al termine del discorso arriva l’ordine di lasciare l’ancoraggio; la tromba batte posto di manovra, e qualche minuto dopo siamo già lontani dalle boe ed in linea di fila con la nave ammiraglia in festa, varchiamo lo sbarramento del porto. In breve la nostra divisione è in mare aperto e sempre in linea di fila, fiancheggiata da quattro caccia di scorta, naviga verso Capri, mentre due apparecchi da ricognizione ci precedono dall’alto per scrutare meglio l’orizzonte e le acque. Appena varcato lo sbarramento del porto, la gente viene mandata al proprio posto di combattimento: questa volta l’ordine non viene più preso come uno scherzo; nessuno più sorride, il personale destinato alla difesa antiaerea con l’elmetto in testa e con la maschera a tracolla vigila attentamente l’orizzonte: mentre le vedette, anch’esse munite di perfetti canocchiali, fanno buona guardia. Si approssima il tramonto ed uno spettacolo quanto mai attraente si presenta alla nostra vista: nel cielo grigio all’improvviso si apre uno squarcio ove si vede scendere una pioggia di sole rosso e nella sua scia dorata naviga il caccia alla nostra destra. Poco dopo cade la notte, la costa scompare tra nostalgici sguardi. Gli occhi di ognuno sono fissi nel buio, i muscoli sono tesi come una corda, le labbra diventano aride dal vento marino. Dopo il tramonto la gente lascia il posto di combattimento e va al posto per la navigazione in guerra notturna; si vede un correre frettoloso per la coperta: una fila di uomini si vede correre per le scale che portano al loro posto; nelle batterie molti marinai si incontrano: tutti corrono, ma ordinati e senza confusione. In breve la calma torna perfetta e ognuno è al suo posto. D’improvviso alcuni squilli di telegrafo avvertono in macchina di aumentare la velocità, raggiungendo la media di 25 nodi. I nostri scafi di acciaio filano sulle acque tranquille come folgore, lasciando di poppa una larga scia. Capri l’abbiamo già passata da parecchio tempo ed ora navighiamo con rotta verso sud-ovest. I cannonieri sono tutti vicino ai loro pezzi i quali sono pronti a vomitare fuoco al primo segnale di allarme. Sul volto di ognuno si scorge quel coraggio e quella fierezza che è la tradizione del marinaio italiano.
Il viaggio
Mestieri
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