Mestieri
architettoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
EgittoData di partenza
1990Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Clara e le sue amiche sono in viaggio, nel 1990, attraverso l’Egitto. Compiono itinerari fuori dal tracciato turistico, con mezzi pubblici, e le difficoltà per muoversi non mancano.
Questa mattina siamo salite al volo su un autobus in “direzione Giordania” e dopo quattro ore infernali siamo arrivate a Qena, paesino in cui il bus ha finito la corsa. Ora eccoci qua. Non c’è un cartello, ma una folla di gentilissimi e volonterosi abitanti ci ha circondato in un attimo. Io, che sono quella che continua a leggere la guida e ho sempre in mente un posto dove andare, chiedo informazioni per Abydos, nostra prossima tappa secondo il mio programma. Abydos, questo nome risveglia i locali, che quasi in coro iniziano a ripeterlo freneticamente. Okay; il posto è conosciuto, ma a che ora passa il primo bus? Niente, si ostinano a dire “Abydos” e “yes”. “Alle due?” chiedo. Tutti:”yes”. “E alle tre 7″. ” Yes”. “Quattro?” “Yes”. Non demordo, tiro fuori il dizionarietto e pronuncio la frase in perfetto egiziano: “Oto-bees nim-rah kam bi-rooh Abydos?” Tutti contenti del mio interessamento ridono sempre di più urlando “aywa, aywa”, come dire che avevano capito anche prima. Sono a pezzi, voglio un taxi, ma qui non sanno cosa sia. Maria da lontano sta fotografandomi piegata in due dal ridere, io in mezzo a questa folla di uomini che urlo come una pazza e come unica risposta ottengo sorrisi e yes. Rassegnate, ci siamo sedute e aspettiamo pazientemente che prima o poi passi un oto-bees con a bordo qualcuno che ci sappia indicare la giusta direzione. Sara sta giocando a domino, gioco tipico locale, ad un tavolino circondato da metà della popolazione di Qena. Sta cercando di spiegare in un idioma che è il misto di cento lingue, dialetti e gesti, che non è necessario fare quell’incredibile baccano ogni volta che si mette giù un pezzo, ma loro si divertono così, pare quasi che il fine ultimo del gioco sia spaccare il tavolino. Ora devo andare: Sara ha scoperto che a pochi chilometri ci sono le rovine dell’ immenso tempio di Dendara, dedicato al Dio Hathor, dio del piacere e dell’amore, ovviamente il suo preferito.
Il viaggio
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