Mestieri
operaio della FiatLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1934Data di ritorno
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Felice, cinque anni, è in partenza con la mamma e le sorelle per raggiungere il papà e il fratello Rodolfo in Libia.
Il postino recapita i tanto attesi documenti per l’espatrio. Eravamo nella seconda decade del mese di agosto e iniziarono subito i preparativi per il trasporto alla stazione delle poche masserizie.
Il mattino del giorno stabilito l’angusta cucina sembrava un campo di battaglia: gente che andava e veniva,zii e zie che si davano un gran da fare fra bestemmie ed imprecazioni, bambini che frignavano ed ai quali nessuno dava ascolto. Mamma pur essendo già al sesto mese di gravidanza, assisteva e dirigeva con la massima attenzione le operazioni di imballo affinché nulla venisse dimenticato.
Arrivò il camioncino ed ebbero inizio le operazioni di carico. Gli zii che avendo già girato un po’ l’Italia per il servizio militare o per ragioni di lavoro si ritenevano uomini di mondo gareggiavano fra loro nel prodigare consigli alla povera sorella, che sino allora non aveva mai messo piede fuori dal paese con eccezione Cerchio e Celano, dove qualche volta vi si recava per fare compere al mercato.
Mamma fù fatta accomodare nella cabina con l’autista, il resto della famiglia ed un paio di zii furono sistemati alla meglio nel cassone fra la roba. Quando l’automezzo si mosse le numerose persone ch’erano venute a salutarci incominciarono a gesticolare formulando ad alta voce gli auguri di circostanza, qualcuna si asciugava le lacrime, altre sventolavano il fazzoletto.
Mamma con una punta di orgoglio, pur avendo gli occhi lucidi sorrideva soddisfatta e compiaciuta di questa manifestazione di solidarietà. Il mezzo, imboccata la discesa fù subito avvolto da densa e bianca coltre di polvere e le ultime case sparirono dalla nostra vista. I cinque chilometri che ci separavano dalla stazione furono percorsi fra sobbalzi e rallentamenti a causa della strada dissestata.
Eravamo tutti ansiosi di salire per la prima volta su di un treno. Nella piccola stazioncina rare persone erano in attesa. Il convoglio si mosse e tutti ci assiepammo vicino ai finestrini per godere dello spettacolo causato dallo effetto della velocità, pali telegrafici che correvano allo inverso della nostra direzione, i fili elettrici ondeggiavano rispetto al piano terra. Viaggiavamo su un accelerato, quindi fermava ad ogni stazione per quanto piccola fosse stata. La prima sosta la fece a Cerchio, usciti da qui Aielli appariva come un mucchietto di piccole e bianche casette che si confondevano con le rocce sulle quali erano poste, sino a sparire completamente quando imboccammo il tunnel di Forca Caruso.
Il viaggio
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