Mestieri
braccianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1896Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)La cronaca minuta e dettagliata della partenza di un gruppo di migranti italiani da Genova, a fine ‘800, destinati a raggiungere il Sud America.
Siamo arrivati a genova alle 15. L’agente boschetti ci ha accompagnato all’uffico centrale della navigazione generale italiana. Ricevemmo il foglio di imbarco e i biglietti peri bagagli. I capi famiglia provvidero a svincolare i bagagli alla stazione di genova e provvedere al carico sul bastimento. Le donne , i vecchi e i bambini scendono al porto nei locali di partenza. Il vapore manilla e’ pronto ma si sa che partira’ alle 17. Approfittando di cio’ io e il mio compagno Valerani andammo per genova. Salimmo in alto sui colli fino alla fortezza. Che impressione! cenammo tutti contenti e quando piangemmo ebbimo le sgridate dei nostri. La sirena da il segnale che s’avvicina il momento. Ci preparammo per la visita sanitaria e nel contempo sentiamo a chiamare : manfredini, ferrari, degani, scandolara ? Cos’era successo?…era il commissario dell’emigrazione che aveva un telegramma in mano e sul quale si dichiarava che i chiamati non erano contadini e percio’ non potevano partire come emigranti. A quella inaspettata notizia le donne si misero a gridare e gli uomini a imprecare. Si seppe poi che il telegramma era stato spedito dal commesso miglioli di paderno cremonese per vendicarsi del fatto che essi dopo essere stati da lui per fare le carte si erano rivolti al commesso boschetti di cremona. Ci volle del bello e del buono finche’ un signore, viste le cattive condizioni, dopo alcune domande, chiamatili in disparte disse a loro: badate , lo faccio per il vostro bene perche’ anch’io sono un uomo che considera. Vi faccio partire lo stesso coi vostri compagni, ma vi raccomando pero’ che in qualunque posto, in qualunque momento ed a qualsiasi persona che vi interroghi dovete sempre dire che siete dei contadini. Quando poi sarete nelle fazendas, dopo sei mesi, farete quello che piu’ vi gradira’. State bene attenti giacche’ potrebbero anche farvi pagare le spese di viaggio. Dopo questa dichiarazione ognuno dei chiamati si tranquillizzo’ e noi siamo contentissimi di averli compagni di viaggio.
Ore 17 – siamo addossati come acciughe in attesa di passare la visita sanitaria. Uno per uno, famiglia per famiglia, veniamo sottoposti a visita da due medici. Qualche bambino ammalato di malattia infettiva e’ sufficiente per impedire la partenza agli altri della famiglia. Abbiamo passato la visita, un marinaio posto alla sommita’ della scaletta ci da un numero progressivo corrispondente alla cuccetta dove dobbiamo passare la notte. Facciamo alcuni passi poi due altri marinai con un ufficiale veniamo raggruppati, al minimo 7 razioni o al massimo 9 razioni. Cioe’ una famiglia senza bambini di 4 persone veniva unita ad un’altra di 3-4 oppure 5. Ci sono famiglie che sono in sette e che hanno figli giovani per i quali vengono considerate 1/3 o una razione, pertanto contano 7 razioni con 9 persone. Con noi hanno messo un mantovano muto che era solo, cosi’ il nostro gruppo di 10 persone aveva diritto a 8 razioni infatti ci viene subito consegnato un sacchetto di tela col n° 158 contenete 8 forchette, 8 piatti, 8 fondine 2 zuppiere, 8 tazze. Il tutto di pura latta o lamiera zincata, poi una damigiana di legno per il vino. Dopo di cio’ eccoci sul bastimento. Respiriamo un po’, ci sentiamo tranquilli, siamo pero’ stanchi persi. C i mettiamo a sedere sopra coperta ammirando il bel panorama che si presenta ai nostri occhi. La sirena del manilla fischia di nuovo. Gli alberi sono tutti pieni di piccole bandiere. Suona una campana…e’ il segnale del rancio. C i mettiamo in fila, passiamo davanti alle cucine, grido il n° 158 e una grande mescolata di pasta viene messa nella zuppiera. Il mantovano ha detto che si incarica del vino, mio fratello della pietanza e mia sorella maria del pane. Questo perche’ la distribuzione si fa in piu’ posti. Ci mettiamo a mangiare con molta fame, mah! …nella pasta ci sono i ceci, le carni, e di quelle in conserva, mangiamo e ragionando non ci siamo accorti della partenza del piroscafo imperocche’ quando ci siamo alzati eravamo gia’ fuori dal porto.
Il viaggio
Mestieri
braccianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1896Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Luigi Capellini
L’idea di emigrare
1896 — con la nascita di mio fratello Giuseppe e il meschino raccolto difficilmente il babbo...
A piedi in Sud America
9 ottobre — col treno delle 11 abbiamo fatto partenza per Cremona, le donne e i...
A bordo del Manilla
Il manilla e' un vapore della navigazione generale italiana florio e rubattino di genova. Barcone un...
Come le bestie
Rio de janeiro ( capitale del brasile) 29 -10 -1897 alle 8 siamo passati senza fermarci dalla meravigliosa...
Il discorso dell’interprete
31 - 10 -1897 sentiamo a cantare e dal finestrino , vediamo i filari di lumi...
Al mercato degli emigrati
Alla porta, alcuni agenti aprono lo sportello alle 9 i mediatori ed i padroni, consociati, muniti...
Verso la fazenda
4 novembre - siamo stati svegliati alle 3. Siamo saliti sul treno speciale e siamo partiti...
Assistente del padrone
Accompagnai quasi sempre il babbo e più volte lo vidi avvilito perche' il padrone non era...