Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1913Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Temi
guerraTemi
guerraGiovanni ricostruisce i momenti salienti della partecipazione del padre, Gianni, alla campagna di Libia: la dura realtà della guerra, la miseria dei luoghi terra di conquista.
Un giorno la Valparaiso nel porto di Napoli inghiottì cavalli e cavalleggeri. Per settantadue ore si dondolò come se fosse stanca e assonnata: era sotto le lame del sole di giugno. Improvvisamente, alla fine del terzo giorno, la nave si fermò in alto mare. Sembrava che avesse esaurite tutte le sue energie… invece era lo sbarco. Cavalli e cavalleggeri presero posto su enormi zatteroni guidati da arabi addestrati dai nostri in Tripolitania. Quando Giovanni mise piede a Marsasusa e vide che tutto era sabbia ebbe un colpo al cuore, che s’infuocò, diventò clessidra lambiccante, attimi di delusione e d’amarezza. Il suo squadrone ebbe due facili compiti: scortare i cassoni contenenti cannoni provenienti via mare dalla Tripolitania e diretti a Cirene ed esplorare la zona perché la Compagnia del Genio Zappatori provvedesse a tracciare una strada verso l’interno del deserto. Tale compagnia, operante abbastanza lontano da Marsasusa, era protetta da un battaglione dell’87° reggimento fanteria. Un giorno alcuni cavalleggeri esploratori s’accorsero che i ribelli, sbucati improvvisamente dalle viscere del deserto, venivano avanti per assalire di sorpresa i lavoratori della strada. Avanzavano velocemente trascinandosi dietro parecchi cannoni. Li tiravano con corde di crini di cavallo. Fu gridato l’allarme ma le truppe lavoratrici non furono ben difese, perché il battaglione dell’87 fanteria, colto di sorpresa, reagì in malo modo. Sul suolo i nostri lasciarono dai 700 a 800 uomini tra morti e feriti. A questo punto da Cirene giunse l’ordine a Marsasusa: bisognava contrattaccare con la cavalleria per respingere l’avanzata nemica. E cosi Giovanni montò in sella e fece esattamente tutto ciò che fecero gli altri. Lanciò il cavallo al galoppo. Sparò. Gridò.
I beduini fuggirono e lasciarono sul campo tanti morti. Alla fine, quando subentrò la calma, un commilitone napoletano appoggiandogli una mano sul braccio, gli sussurrò: Giovanni, tu che ne sai molto più di me, dimmi perché siamo venuti qua ad ammazzare i beduini e farci ammazzare?
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1913Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Gianni Rescigno
Giovanni aveva vent’anni
Giovanni aveva vent’anni quando nel 1913 fu chiamato per il servizio militare. Era commerciante d’alimentari ma...