Paesi di emigrazione
Sud America, , Nord America, AsiaData di partenza
1907Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)La navigazione in mare aperto, tra le Hawaii e il Giappone, è funestata dal pericolo di un ciclone.
Il tempo è buono. Il vento spira, in principio dal 1° quadrante, debole e va girando verso sinistra. Navighiamo per tre o quattro giorni in vista di quella interminabile scogliera a fior d’acqua che sembra si protenda per sfidar lo spazio e congiungere la perla del Pacifico alla terra ferma. Ci siamo illusi però. II quinto giorno il barometro scende rapidamente sino a 744 mm. cielo, sino allora sereno, si va man mano coprendo di un grigio che non ha nulla di buono. Una nuvolaglia sconnessa e sempre più cupa corre pazzamente in senso opposto al vento che ci gira quasi a prua. Cí prepariamo ad affrontare più vigorosamente possibile l’urto dell’uragano che già si fa sentire. Il vento sibila fra il sartiame e la nave incomincia a oscillare in varia senso come se l’avesse invasa un’immune tremito convulso. Il mare cresce in modo pauroso, l’onda, alta tremenda spinta dalla tormenta .par che voglia scaraventarci contro il cielo. L’acqua incomincia ad imbarcare prepotentemente-da ogni lato. In coperta incomincia silenzio caratteristico della nave in tempesta e che non è interrotto che dal mugghiare dell’onda irata e dal sibilo del vento. Ormai si è dichiarata guerra e la nave e la procella spiegano ogni loro forza nel tentare l’uno di abbattere l’altro. Si cammina pochissimo, ogni tanto un più violento piovasco ci investe come per rompere le ultime fibre di questo guscio che scricchiola sotto l’immane furia dell’elemento. Le poche persone che ancora restano in coperta vi sono inchiodate dalla disciplina, il rimanente dell’equipaggio si è ritirato in corridoio. Sulla plancia sembra impossibile poterci restare eppure vi si resta. La prua e poi tutto s’inabissa paurosamente negli immensi avallamenti dei cavalloni. L’orizzonte è fosco, di un fosco degno del tempo che fa Sembra che tutto sprofondi nella titannica lotta contro l’elemento infuriato. L’oscurità si va sempre più facendo cupa e il sole non esiste che nel nome. S’incominciano ad accendere i fanali elettrici. Anche la luce di essi è scialba scialba quasi avesse paura anch’essa. Chi è costretto recarsi per servizio da un punto all’altro della nave par che non arrivi mai. Il passo incerto, sotto un piano che cambia a capriccio del mare, si vede sballottato in tutti i sensi ed è costretto ad una terribile e disordinata altalena involontaria. Sempre avanti a passo di lumaca nel fitto delle più fitte tenebre. I giorni si succedono sempre più incalzanti dei primi per una settimana e non incomincia ad abbonacciarsi se non alla vigilia del nostro arrivo in porto. La parola tifone incomincia a cadere d’uso e va mano mano diminuendo d’intensità la continua perenne processione di tutti, aí ciclonometri.
Il viaggio
Paesi di emigrazione
Sud America, , Nord America, AsiaData di partenza
1907Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Sebastiano Mele
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