Mestieri
impiegata comunaleLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Messico, Guatemala, PerùData di partenza
1981Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Dal Messico Elvira e Alberto si spostano in Guatemala, un Paese che dagli anni Sessanta ha alla seconda metà degli anni Novanta ha vissuto in uno stato di perenne guerra civile. Ciò nonostante i due ragazzi italiani apprezzano molto le bellezze del luogo e l’ospitalità, come traspare dalle lettere che Elvira spedisce alla madre in Italia.
Flores, Guatemala,11 luglio
Cara mamma, ti scrivo dalla terrazza del nostro albergo sul lago. Siamo in Guatemala da tre giorni e già mi piace tantissimo, ancora più del Messico. Siamo in un paesino che si trova in una piccola isola in mezzo a un lago. Il nostro albergo ha l’ingresso sulla strada, ma dal lato delle camere ti puoi tuffare direttamente nell’acqua (sta tranquilla, io non lo faccio!). Sembra quasi di stare su una grande barca. A proposito, ieri abbiamo fatto un giro in canoa io e Alberto, mi fanno ancora male le braccia per il tanto remare. E’ stato molto bello: l’acqua era verde e trasparente, con un sacco di fiori acquatici, profumatissimi, e piante strane. Ci siamo fermati a mangiare in un ristorantino, su un’altra isoletta, del pesce freschissimo e c’era un bellissimo uccello, che qui chiamano tucan, tutto nero con un grande becco dagli incredibili colori, che si divertiva a rubare i pezzi di pomodoro dal piatto di Alberto. Qui è ancora meno caro del Messico. La moneta nazionale è il quetzal, che corrisponde a un dollaro americano. La nostra camera costa solo 4 q. e un pasto abbondante 1 q e mezzo, al massimo due. Ci hanno detto che al sud è ancora meno caro. Hai ricevuto la mia ultima lettera, quella che ti ho scritto da Zipolite? Da lì poi eravamo passati nel Chapas, a S.Cristobal de las Casas, un paese molto bello a 2000 m. di altezza, dove siamo rimasti 4 o 5 giorni. Era però abbastanza caro e turistico e poi pioveva sempre. Per questo ci siamo spostati verso lo Yucatan e siamo arrivati a Merida, dove finalmente ho trovato la tua lettera. E’ una città tutta bianca, piena di piazze e di giardini. Stavamo in un albergo coloniale molto antico, con i mobili in stile spagnolo e le stanze dal soffitto altissimo. Era pieno di zanzare e io dovevo andare al bagno con lo zampirone in mano, sennò mi massacravano il sedere. Da Merida siamo andati a vedere le rovine Maya di Chichen Itza, in mezzo alla giungla, bellissime, con tanti di quegli scalini che quando arrivi in cima ti ci vuole un’ora di riposo per riprenderti. A quel punto però avevamo voglia di andare in Guatemala, un po’ perché i prezzi del Messico stavano diventando man mano più alti, un po’ perché tutte le persone provenienti dal Guatemala che incontravamo, ci dicevano che era un paese meraviglioso e molto ospitale. L’ultimo paese del Messico che abbiamo visto è stato Chetumal, da dove una settimana fa ti ho telefonato. Era pieno di rondini, non ne ho mai viste tante tutte insieme. Ci siamo fatti un bagno nel Mar dei Caraibi, che non so perché lì era marrone e caldissimo, e siamo passati in Belize, che sarebbe l’ex Honduras Britannico. E’ un paese stranissimo, tutto abitato da neri che vivono in casette di legno su palafitte, in stile coloniale. Ci siamo fermate a Belize City solo per due giorni. Penso che sia la capitale più malridotta di tutto il mondo. La gente è molto aggressiva, tutti ti vogliono fregare: ci siamo liberati a malapena da un nero che voleva venderci a tutti i costi della marijuana. Sembrava di stare in un sobborgo malfamato di N.York, dappertutto si sentiva musica giamaicana (il reggae) e i neri parlavano un inglese quasi incomprensibile. La città aveva però un suoi fascino e non era affatto cara. Abbiamo mangiato dell’ottimo roast-beef con purè e ti assicuro che dopo due mesi di cucina messicana, era quello che ci voleva. Qui in Guatemala i cibi sono più saporiti e invece delle tortillas c’è il riso cotto a vapore. Tra tre o quattro giorni, dopo aver visitato le rovine di Tikal, andremo a Livingstone, un paese di pescatori neri, sul mar dei Caraibi.Ci hanno detto che è molto economico affittare una casa (20 q. al mese) e se ci piacerà ci fermeremo lì un po’ di tempo. Poi passeremo a Città del Guatemala e da lì sul lago di Atitlan. Apparentemente la situazione è abbastanza tranquilla, a parte i numerosissimi posti di blocco. L’altro giorno sull’autobus i militari hanno fatto scendere tutti gli uomini, compreso Alberto, e li hanno perquisiti uno per uno, a noi donne hanno controllato i bagagli per vedere se c’erano armi. Ma nonostante la guerriglia, la gente qui sembra più serena e affabile dei messicani, ora comincio veramente a sentirmi in America Latina. Il Messico forse è un po’ a sé perché è così grande e ha gli Stati Uniti vicini. Qui la natura è più lussureggiante, i colori più vivi, brillanti. Ci fermeremo credo per un paio di mesi. Poi attraverseremo di corsa il Salvador (è molto pericoloso, bisogna viaggiare con la scorta, abbiamo sentito parlare di teste mozzate ai turisti), un pezzetto di Honduras, passeremo un po’ di tempo (se ci lasciano stare!) in Nicaragua, la nuova Cuba, e poi andremo in Costa Rica. Lì ci troveremo qualche lavoretto e ci fermeremo un bel po’. A proposito, ti ha scritto Paquito? Penso che puoi scrivermi ancora alla POSTA RESTANTE di Città del Guatemala. Come stai? Fra qualche giorno andrai a Terracina. Divertiti e riposati e prendi tanto sole! Saluta tutti i parenti. Ti scriverò all’albergo Torino. Ti abbraccio fortissimissimo! Elvirù
Il viaggio
Mestieri
impiegata comunaleLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Messico, Guatemala, PerùData di partenza
1981Periodo storico
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