Mestieri
bracciante, operaioLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1883Data di ritorno
1885Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)A soli quindici anni Giambattista è partito dalla Liguria per andare a lavorare in Francia. È al seguito dello zio, con pochi spiccioli in tasca e molta voglia di farsi avanti nel lavoro.
Giunto a Berre, oltre Marsiglia, con lo zio Pipin, fummo collocati al lavoro nello stabilimento di prodotti chimici della Punta. Lo zio che era conosciuto in quello stabilimento, andò a lavorare ai forni delle calcine, ed io quale manovale con i piombisti.
Il lavoro di manovale ai piombisti era leggerissimo, e qualunque giovinetto avrebbe potuto farlo. Consisteva nel portare qualche secchiello di acido solforico o muriatico, per riempire di liquido l’apparecchio dell’operaio piombista, ove lo zinco, già in precedenza preparato, al contato dell’acido si liquefaceva, producendo una fosforescenza di gas idrogeno atto a stagnare ed a saldare le pareti laterali delle camere di piombo nelle quali s’addensava il fumo inviatovi dai forni delle calcine.
L’apparecchio che serviva a me di lavoro era fatto a forma di seggiola e rotondo, sopra il quale rimanevo seduto durante il lavoro, movendo con un piede il mantice dell’apparecchio. Il vento che proveniva dal mantice del soffietto s’incanalava in un tubo di gomma applicato all’apparecchio a me vicino, nel quale si liquefaceva lo zinco. E riuniti i due tubi di gomma in un 0, essendovi in cima dello stesso applicato un tubetto di ferro con una piccola valvola; uscendone da questa un gas di sì forte pressione da produrre la fiamma ossidrica adeguata da fondere le barrette di piombo che l’operaio adoperava per aggiustare le camere di piombo o per fare altri eventuali lavori. La giornata era di dieci ore di lavoro, e la paga di lire 1.50.
Orbene gli operai italiani, in emigrazione temporanea, soli, senza famiglia, che lavoravano in quello stabilimento, vi abitavano in maggioranza. L’abitazione di quei lavoratori era un grande salone uso ospedale, nel quale stavano allineati tutt’intorno una ventina di letti, nei quali si dormiva anche in due per letto.
Nel mezzo del salone, grandi tavole servivano per deporvi le casse o le eventuali valigie degli inquilini. Attorno ai muri vi era per ogni letto un armadio con chiave, per depositarvi gli oggetti…preziosi!!!
D’affitto si pagavano L. 3 mensili ed i lenzuoli li cambiavano una volta al mese. Immaginate voi quale razza di pulizia potesse esservi in quel salone ammobigliato…
Per mangiare, vi erano diversi refettorii, nei quali [vi erano]un rozzo armadio per ogni inquilino e tavole e panche per sedersi a mangiare. La cucina ognuno la faceva per suo conto ed il fuoco e i bracieri non mancavano. I lavandini erano alla militare, e quindi ognuno lavava all’aria libera le poco ingombranti stoviglie.
Il viaggio
Mestieri
bracciante, operaioLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1883Data di ritorno
1885Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Giambattista Cane
Quindici lire per partire
Mi avvicinavo ai quindici anni, ed eravamo in un anno di siccità, e senza il raccolto...
Di nuovo in partenza
A diciott’anni appena, lasciata mia mamma assieme alle sorelle e cognati, emigrai di nuovo a Marsiglia...
Il nuovo guardaroba
Dopo alcuni mesi di lavoro alla raffineria di Saint Louis, e desiderando di cambiare almeno alla...
Per la terza volta in Francia
Nell’attesa, pensai di fermarmi a Berre, dove avevo lavorato a 15 anni e dove ero stato...