Mestieri
agronomoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
BeninData di partenza
1986Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Dopo sei mesi di permanenza in Africa Alfredo Mazzoni, agronomo lombardo, contrae la malaria ed è costretto a tornare in Italia in anticipo rispetto ai programmi del progetto di cooperazione allo sviluppo che lo aveva portato in Benin.
Faccio spesa a Lomè e torno ad Afagnan, ma i letti sono tutti occupati. È la stagione delle piogge. Sono senza calze. Le zanzare mi pungono dappertutto, non sono protetto dalla zanzariera ed ho dimenticato di prendere la clorochina. È arrivato dall’Italia un video. Vediamo un film di Jean Gabin in bianco e nero. Mi annoio.
Sono a Cotonou. Sto male, coi frati ho litigato di brutto. Sto rientrando in Italia. Ho freddo, il freddo dei gendarmi ai posti di blocco. È malaria. Devo resistere altrimenti non mi fanno salire sull’aereo. Nel rientrare ad Afagnan perdo la pista tre volte. Trovo Pio ed Elena, di Mani Tese, che hanno del Metakelfin. Il giorno dopo sembra passata, ma sull’aereo ho un’altra crisi… Sono a Milano, all’ospedale San Carlo. Non credono che sia malaria, mi curano per altro. Da bambino occorrevano tre persone per potermi fare un’iniezione, ora esco a “gattoni” dal letto e vado in infermeria a supplicare in ginocchio le infermiere che me ne facciano una… Non sento più il cervello, non riesco più a fermarlo, le immagini mi scorrono davanti come in un film dell’orrore, di tutti i tipi, di tutti i colori. Così per tre giorni e tre notti. La temperatura (del mio corpo) è oltre i 40°. Piango. Ho la rabbia dentro e mi sento solo. Dopo ben otto giorni arriva la diagnosi, e siamo in Italia, e siamo al Nord: plasmodium falciparum.
Il viaggio
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