Mestieri
EsattoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1942Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Francesco Stefanile, soldato italiano in Russia, viene catturato nel giorno della vigilia del Natale 1942.
I russi ben appostati, ben armati e mentalmente riposati facevano strage dei nostri, ma l’assalto continuava; io con il siciliano e molti altri ci avvicinammo al costone dove erano appostati i russi e ci mettemmo a tirare le bombe a mano; io en avevo sei e le tirai tutte.
Un ufficiale gridò: “Ritiriamoci e ripariamoci come possiamo, qui moriamo tutti”, poi riprese dicendo: “Guardate sui dossi, alle nostre spalle, si intravedono i tedeschi , io credo che verranno in nostro aiuto”. Corremmo goffamente con il pastrano pesante e per la debolezza causata dalle sofferenze e riuscimmo a metterci al riparo, altri caddero sotto i numerosi colpi sparati dai russi. Un colpo di mortaio scoppio con fragore a pochi metri da noi, i quattro miei compagni si buttarono a terra, mentre io, frastornato dallo scoppio, rotolai su me stesso due, tre volte, poi corsi su una buca e mi ci buttai dentro. Con mia sorpresa e grande paura finii oltre due metri sotto andando a urtare le teste di donne e vecchi russi che mi misero in piedi in mezzo a loro e impauriti mi chiesero se i russi erano scappati; io risposi subito affermativamente. Sarei stato volentieri in mezzo a loro perché stavano caldi; quel calore umano un po’ maleodorante era per me un ristoro, lo sentivo sul viso e nelle narici e mi conciliava quasi il sonno. Sentii però il siciliano implorare la mamma ad alta voce , disse: “Mamma bella! Mi hanno ferito, mi sento male!”. Senza esitare salii sulla piccola scaletta e uscii dalla buca; i miei due compagni sparavano, l’altro confortava il ferito; mi avvicinai e con pudore accarezzai il viso del povero siciliano che aveva gli occhi chiusi e si agitava molto, continuando a chiamare la mamma.
Ne rimasi così commosso che diventai davvero come una donna; lo strinsi forte al petto e gli dissi: “Figlio mio, sono la tua mamma, sto qua con te”. Il siciliano aprì gli occhi e mi guardò con due grandi occhi neri, velati di lacrime. E così mori. Con gli occhi neri spalancati, velati di lacrime che mi fissavano, sorpreso e incerto se io fossi davvero la sua mamma. Non si sparò più sia da parte nostra sa dei nemici; dopo tre minuti venne avanti giù dal costone una dozzina di russi tutti armati di parabellum ; non sparavano ma gridavano : “ Mani in altro” – “ Ruchi savierchi”. Quelli che capivano il russo alzarono subito le mani e così feci anch’io e tutti gli altri, mentre quelli che erano a più di cinquecento metri da loro tentarono la fuga. I russi aprirono un fuoco infernale sui fuggitivi, mentre noi prigionieri fummo portati sul costone dove c’era una strada e ci fecero inquadrare per nove. Da qui potemmo vedere tutto l’orrendo spettacolo.
Ci fu tolto tutto: orologi, anelli, catenine, ci rimasero – come si dice – solo gli occhi per piangere. Era l’imbrunire e pensavo che alla vigilia del Santo Natale a casa mia a quell’ora si mangiava: vermicelli con le vongole e capitone. Un colpo di cannone interruppe i miei pensieri ; era stata colpita una casa a due piani e i russi con le armi spianate ci fecero capire che dovevamo camminare alla svelta. Gridavano come forsennati: “ Davai bistré”, che in italiano vuol dire “Avanti presto” e così incominciammo a marciare.
Il viaggio
Mestieri
EsattoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1942Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Francesco Stefanile
La vigilia del Natale ’42
24 dicembre 1942 Era quasi l’alba, davanti a noi apparve una grandissima conca, tutta bianca di neve...