“Quattro giorni, e mi par tanto”

È mattino e sono già in coperta a godermi l’aria fresca. In questo momento è passata rasente la nave un apparecchio a grande velocità. Come vorrei essere lì per tornare a riabbracciarvi. Alle 4 ritirano la posta per spedirla a Porto Said dove arriveremo questa notte. Perciò per ora termino per poi ricominciare domani. Di nuovo tanti bacioni a te, ai figlioli. Peppino.

Sera del 25-2-37. Dopo che ho impostato la lettera che riceverai. Non so quando.

Sono seduto su un mucchio di corde arrotolate nel punto più alto della nave, dopo aver assistito ad una rappresentazione cinematografica; perché, sissignori, sul Colombo non manca nulla; come: fune, tiro al piattello, corsa dei cavalli (di legno), tennis, musica, ballo (anzi oggi ho ballato pure), palestra, canti e tanti altri divertimenti che son fatti per quelli della 1ª classe ma ai quali assistiamo pure noi, e si capisce, tutto gratuito. Dunque, come vedi sto bene, però bisognerebbe dire che non mi capitasse troppo sovente di cascare con il pensiero su te e su quei birichini dei nostri figlioli, perché allora mi sento un nodo che vuole salire su da me stesso e a fatica riesco a respingerlo giù. Spero che un po’ alla volta riuscirò a domarlo. Ma credi, sono appena quattro giorni che manco da casa e mi par tanto.