Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Il 70° fanteria rientra a Arezzo al termine della guerra con l’Etiopia. Luigi Pratesi racconta i momenti dell’ingresso in città.
Non ci lascia il popolo livornese se non quando a sera la forza prepotente di una locomotiva elettrica ha sottratto alla loro vista il convoglio che ci conduce ad Arezzo. Ma i nostri cuori sono fusi in una stretta di bei ricordi. La gigliata Capitale offre ai reduci, nonostante l’ora piccola della notte, l’espressione di simpatia e fratellanza che accomuna tutto il vecchio granducato. Ansante e rampante come il nostro simbolo destriero entra in Arezzo il convoglio dei suoi migliori figli. Non è folla, è una selva a malapena trattenuta da un doppio Cordone di polizia e carabinieri che vuole irrompere verso quelle carrozze ferroviarie. Non è un grido di gioia che ci attende, è un pianto di commozione, padri, madri, mogli, figli e fratelli sono lì anelanti con gli occhi sbarrati come forsennati che cercano nella massa il loro Caro. Tra due ali di braccia protese, tra il gridare al vento di un nome, di un appellativo, sotto la seconda pioggia di fiori, sfila il 70° per il Corso Vittorio E., riconduce alla Cadorna la gloriosa Bandiera e i tre gagliardetti neri, impolverati, anch’essi assetati, appunto per questo più belli di prima. In quell’occasione fui l’Alfiere del Gagliardetto intitolato ad Aldo Rosai, il martire fascista Aretino. Pochi giorni ancora ed a scaglioni, i fanti raggiunsero tutti le proprie famiglie. Sono congedati, la bella compagnia è disciolta materialmente, ma nel ricordo di ognuno rimane integra.
Il viaggio
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