Paesi di emigrazione
Bosnia-ErzegovinaData di partenza
1984Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Inizia il viaggio di Lucio Italo Brusorio verso Medjugorje, sul pullman che lo accompagnerà fino in Bosnia si lascia andare a preghiere e riflessioni sulla propria vita.
Il parroco seduto all’inizio del pullman ora dice brevi parole sullo scopo del nostro viaggio, del resto risaputo, ma che è bello ricordare insieme. Finisce dicendo: —lacciamoci andare a questa esperienza che ci è stata regalata, nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.—Poi inizia la recita del rosario e arriva veloce la sera accolta in maniera distratta. Il prete ha una tipica voce milanese. Tutti aderiscono con spontaneità, con rinnovato interesse. Dai toni di voce, ritmo e cadenze, scaturisce uno stile creato dall’abitudine, dal praticare nel tempo questi gesti religiosi, e insieme queste voci testimoniano il continuo vivere di una comunità e ne danno rinnovata garanzia proprio dal pregare insieme. Fatico a seguire il senso delle parole, ma continuo a dire sottovoce quella preghiera che da molto tempo non recitavo.
I ricordi del passato si intrecciano alla volontà di concretizzare dentro di me il significato dei misteri che mi si propongono, ma subito ai inchinano e pare vogliano svanire di fronte all’imperiosità di un altro mistero, nuovo, vivo, lontano ormai lo spazio di un giorno. Fuori è buio, le luci nelle case, negli stabilimenti di fianco all’autostrada che nemmeno con lo sguardo si possono seguire perché subito inghiottite dalla notte, danno coralità e senso alla completezza della vita: il lavoro e la fatica, la casa e la famiglia, il riposo nell’attesa di un’altra giornata. Siamo oltre Verona. Tutto ancora corre veloce fuori e dentro di me. Alle spalle non mi rimane nulla, è impossibile fermare un pensiero, tenerlo a lungo nella mente per meditarlo, valutarlo. Eppure le luci azzurre sopra le nostre teste e il tramestio di cose e di voci confuse, danno voglia di cullare a lungo ogni sentimento. Ma forse sono io a respingere inconsciamente immagini e valutazioni che pare arrivino da ogni parte come se i vari capitoli della mia vita fossero liberi di ritornare. Non mi va di passare in rassegna ogni episodio del mio passato, perché i contrasti e le contraddizioni mi potrebbero creare dei disappunti che ora non voglio sostenere. Mi va solo di pensare all’enormità di cose, evidenti o appena accennate che hanno costituito la trama della mia vita.
Il viaggio
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