Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
CongoData di partenza
1959Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Zubboli conclude le sue brevi memorie ricordano la volta che ha risalito il corso del fiume Congo, e dedicando una lunga ode al mare, e alla bellezza della navigazione, un sentimento che coltiverà per tutta la vita.
Nei giorni successivi la nave toccò il porto di Matadi (allora appartenente al Congo Belga), dopo aver risalito con i piloti il fiume Congo. Caricammo enormi tronchi di legno pregiato e moltissimi lingotti di rame, infatti la nave, per ammortizzare i costi di gestione, come un normale bastimento da carico (apparteneva alla Compagnia Sidau la di Venezia) trasportava merce da alcuni Paesi africani al nostro. Poi fu la volta di Takoradi. Dopo questo scalo la nave volse la prua verso l’Italia. Ci fu una sosta tecnica a Dakar per imbarcare viveri, acqua e carburante, quindi la “Giorgio Cini II” puntò nel “Mare Nostrum” alla volta di Civitavecchia dove era previsto lo sbarco di tutti gli allievi. L’atmosfera a bordo era frizzante poiché sentivamo l’aria di casa. Il viaggio era stato entusiasmante anche se avevamo tutti sgobbato come è d’obbligo sulle navi scuole del mondo dove i giovani allievi ufficiali vengono scrupolosamente preparati ad affrontare la dura vita del mare. Ritenemmo positiva l’esperienza ed una volta a terra studiammo con maggiore entusiasmo poiché sapevamo che presto saremmo tornati, con altri compiti, sul ponte di comando di una nave mercantile o da guerra a sfidare sì le ire del mare, ma anche ad essere coinvolti dal suo fascino, dalle emozioni che trasmette al tramonto nei giorni di bonaccia quando il vivace rumore dell’acqua prodotto dall’avanzare dello scafo ed i colori che precedono la notte, suscitano pensieri che riempiono il cuore e la mente, oppure dalla bellezza del sorgere del sole il quale, vinte le tenebre, ridona calore e vigore a chi ha vegliato, lassù sulla plancia di comando, schiarita solo dalle timide luci degli strumenti, dove il cervello della nave palpita senza soste insieme al ritmo del propulsore che fa girare le eliche. Talvolta il mare per giorni interi avvolge e travolge il timido scafo facendolo stridere e fremere pro-vocando disagi a chi lo conduce. Al vento, ai marosi che causano il rollio ed il beccheggio subentra la bonaccia, la tranquillità che ridona a tutti la gioia di vivere. La nave allora va tranquilla verso lidi lontani e gli uomini a bordo, come gli allievi imbarcati sulla Nave Scuola “Giorgio Cini II”, si sentono dei “giganti” anche se costretti in un “guscio” nell’immensità degli oceani.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
CongoData di partenza
1959Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Massimo Zubboli
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