Mestieri
imbianchino, sindacalista, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1900Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Nel 1908 Luigi Fonti fa per la prima volta ritorno al paese natale, in Calabria. Ne era partito la prima volta nel 1895, avviando la breve parentesi militare e quindi nella Guardia di Finanza, al confine con la Svizzera. Nel paese elvetico ha poi trascorso altri otto anni, e tuttora vi vive, con moglie e due bambine.
Dopo otto anni di forzato esilio, questo non era ancora un articolo di benemerenza che fuoriusciti di allora non valorizzavano, posso ritornare in patria. Dunque niente benemerenze, neppure quando agli otto anni si aggiungeranno i venti del fascismo, perché non si obbedisce ad un credo politico in cerca di benemerenza, ma per seguire la via che ci mena diritto alla conquista delle libertà politiche ed economiche. D’altronde se anche noi ci mettessimo ad elencare le nostre sofferenze e nostri patimenti, come farebbero i profughi fascisti, sfascistizzati il giorno che la disfatta era loro apparsa inesorabile e sicura, a cantare le laudi della libertà riconquistata? E i degni rappresentanti dell’italianità all’estero, che, come torre che non crolla, rimasero immobili alla chiamata della prima guerra, e sordi e quella della seconda? Intanto la mia via finalmente libera, prendo il treno diretto sino a Roma; qui esco fuori dalla stazione, piazza dell’Esedra, la colonna ai caduti di Dogali, e un fugace sguardo alla città eterna […]. Salgo sul direttissimo Roma-Napoli, fermata a Cassino, dove divoro una pizza; altra fermata a Caserta, sufficiente per rivedere le linee del più superbo Palazzo Reale di Europa, poi Napoli dove mi fermo alcune ore a rimirare il golfo incantato; quindi proseguo per Reggio sul diretto Napoli-Empoli. Le gallerie si succedono una all’altra con interrotto ritmo fino a Reggio, ma per scorgere Sorrento basta un attimo, tra tutto questo azzurro di cielo e di mare. Ecco Sapri, dove Carlo Pisacane scrisse con il proprio sangue il più bel poema; là Scilla e Cariddi, qua Palmi, dove nacque Francesco Cilea, Bagnara la garibaldina, Villa San Giovanni con le sue filande, Catona, il vecchio portofranco delle due Sicilia, Gallico, archi, arricchì Celli; verso la Sicilia il faro maestoso, e poi Reggio porto. Si respira come quando si entra in casa propria dopo una lunga assenza. Si attraversa la marina lungo la spiaggia, il panorama il grandioso, imponente. Alla stazione centrale ancora il panorama della Sicilia; dalle Sbarre, un rione di Reggio, giunge il profumo al bergamotto e l’olezzo degli aranci. […]
Nel pomeriggio in carrozza proseguo per mammola. Che devo ora dire? Che posso dire? Non lo so, veramente. Rivedere monti, terre, ruderi, archi, condotti, ponti, fiumi, rivederli dopo lungo tempo supera la mia capacità descrittiva e la mia forza emotiva di oggi. L’orizzonte stesso che mi procura tante sensazioni, non è capace di contenere questa mia commozione. A me avviene di sentire emozioni più forti nel rivedere cose che conosco in confronto a quelle che vedo per la prima volta. Ed eccomi fra le braccia di mia madre, ancora bella, capelli neri, occhi neri, e bocca eternamente sorridente; mi chiede una infinità di notizie, mi rivolge un mondo di domande; tutto vuol sapere, e tutto le dico nel modo che conviene per non turbare quell’attimo o quei pochi giorni di gioia […].
Il viaggio
Mestieri
imbianchino, sindacalista, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1900Periodo storico
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