Mestieri
impiegato contabileLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Argentina, UruguayData di partenza
1885Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)A soli 12 anni Gio Bono Ferrari intraprende il suo secondo viaggio da emigrante. Il primo, quando era piccolissimo, lo aveva portato in Sud America dove la madre era scomparsa prematuramente. Tornato in Italia per crescere con i nonni, si accinge ora ad attraversare di nuovo l’oceano per ricongiungersi al padre rimasto in Argentina.
Io ero innamorato del mare. Sapevo vogare, nuotavo come un pesce, ero tutti i dopo pranzi negli scogli di Tassara. Avevo persino una piccola zattera, fatta di quattro tavole rabberciate.
Sentivo forte l’atavica attrazione per tutto quello che al mare si riferiva. Volevo studiare da capitano, entrare nell’Istituto Nautico. Pensate che allora dalle elementari si passava allo Istituto e che in 3 anni si era capitani! Ma il vecchio Nonno non ne voleva sapere; mi diceva sempre che in quel tempo i capitani morivano di fame. (Ed era quasi vero; un buon comandante in quel tempo guadagnava Lire 180 al mese).
Il Nonno, lo seppi poi dopo, scrisse a Papà domandando cosa si dovea fare. Papà, che dal mare aveva avute disillusioni e dolori, rispose ordinando la mia partenza per B. Aires.
Dovetti, con schianto, abbandonare il vecchio Nonno e ripassare l’Oceano. Avevo 12 anni e mezzo.
Fui consegnato ad una famiglia Spiriti, di Camogli, che partiva per B. Aires – Il vapore si chiamava Duca degli Abruzzi, nò, mi sbaglio: si chiamava Duca di Galliera. Solo – Feci il viaggio in 3a classe, fra i poveri emigranti che espatriavano in cerca di pane e di fortuna -. Ero piccolo, ma mi sentivo tanto a disagio! E sò, rammento, di avere sofferto tanto! – Avevo per equipaggio una grossa valigia, dono del Nonno. – In essa, con le mie povere robe, avevo messo il mio primo premio della quinta elementare.
Io sentivo l’ignoto ed il mio cuore si faceva piccino, piccino. Nella ressa dei poveri emigranti che sbarcavano, poveri esseri sballottati come mé, mi sentii chiamare dalla Signora Spirito, una brava donna, la quale m’avvertiva che c’era un Signore ad attendermi – Non era mio Padre. – Mi sentii abbracciare e baciare da un vecchio Signore che aveva due bei chantillons bianchi. Ripagai l’abbraccio perché mi sentii subito attratto da quella degna persona. Mi disse che era mio Zio. – Casi strani e misteriosi della vita: Era lo zio Cap. Francesco Bisso, lo stesso che otto anni prima aveva accompagnato in America mè e la povera mia Mamma.
Il viaggio
Mestieri
impiegato contabileLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Argentina, UruguayData di partenza
1885Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Gio Bono Ferrari
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