Mestieri
infermieraLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
lavoroTemi
lavoroL’esperienza di lavoro in Svizzera per Cecilia Caporali avrà una breve durata. Posta di fronte a un’eccessiva responsabilità, quella di dover badare ai bambini di una coppia in procinto di partire per un lungo viaggio, si oppone.
Così me ne andai a Iccinac, sempre sul lago, ma ancor prima, cioè più vicina ancora a Zurigo.
Questa famiglia éra composta da cinque persone.
Cioè: il marito Avvocato di Zurigo, la moglie spagnola, e tre figli maschi.
I più grandi érano bravi, ma il più piccolo una peste addirittura, le combinava di tutte.
Era una palazzina a tre piani.
La Signora quando éra sola puliva al primo piano, in modo che la casa dava l’aspetto del pulito.
Io feci come mi pareva meglio, cioè dall’alto al basso.
Dopo un mese e mezzo che éro li, la Signora mi disse che sarebbe andata in Italia per una ventina di giorni voleva conoscere la mia terra, sarebbe partita con il marito.
“E i figli?…” Domandai. “No, quelli non verranno, rimarranno con voi”.
Io mi sentìi gelare, ammetto che havessero tanta fiducia in me. La lingua la parlavo abbastanza bene, però non éro perfetta, e non mi sentivo di prendere quella responsabilità, specialmente con quel piccolo, éra impossibile, non me la sentivo proprio.
Quindi se pur con rammarico, dissi alla Signora che questo non era possibile, io non me la sentivo proprio, e poi éra imminente il mio rientro in Italia, per riprendere il mio lavoro, e comunque sarei tornata presto in Italia per sentire quando sarebbe stata la mia riassunzione, in’oltre havrei voluto vedere mio padre e stare un pò con esso, quindi éra impossibile, a meno ché, non havesse avuto qualche altra persona di sua fiducia, per lasciarle in custodia casa e figli.
Ci rimase tanto male, che mi disse: “Voi Italiani venite a cercare lavoro all’éstero, però se si tratta di fare un sacrificio non volete più saperne”.
“Signora” risposi “Io faccio sacrifici, quando sò di poterli fare, ma non posso prendermi questa responsabilità perché la sento troppo grande, in ogni modo non creda che io sia un’affamata, ne tantomeno una mendicante, poiché ho un padre, una casa nostra, ho sempre mangiato e sono venuta quà per mettere insieme l’utile e il dilettevole. Mi piace guadagnare per non dipendere da nessuno, e, vedere il mondo”.
La Signora rimare muta, e non mi parlò più per svariati giorni.
Dopo circa quindici giorni da quel colloquio, venne una nuova ragazza. Le insegnai cosa dovevo fare, e dopo qualche giorno le domandai quanto percepiva di stipendio.
Mi disse: “Venticinque franchi al mese”, io non feci commenti.
Quando tornai in pace con la Signora, le domandai perché le dava così poco a quella ragazza.
“Potrò aumentare qualcosa se lo merita, ma non arriverà mai a prendere come voi, poiché devo riconoscere che voi siete una persona rara, e per tenerla bisogna pagarla bene”.
Eravamo già nel 1946, e io percepivo 120 franchi al mese come in tutti i posti che éro andata a lavorare in Svizzera.
Il viaggio
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Paesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Cecilia Caporali
Lavapiatti in Svizzera
Misero un’inserzione sul giornale per andare a lavorare in Svizzera per tre mesi. Mi dispiaceva lasciare solo...