Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1920Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)La descrizione di uno scontro tra l’esercito regolare italiano e i ribelli libici, avvenuto nel 1920 non lontano da Tobruk, in Cirenaica.
Questi nostri quasi quotidiani trasporti non sempre andavano indenni perché soggetti ad attacchi di ribelli appostati in punti favorevoli alle imboscate, cosiché spesso tornavano indietro con feriti a bordo e più di una volta anche con morti: era il rischio che, in quel periodo, la guerriglia comportava, particolarmente nei presidi dov’era in preparazione la spedizione per Giarabub ed ordini e contrordini si accavallavano. Le notizie sulla preparazione alla resistenza da parte del nemico erano favolose con voci insistenti che migliaia di combattenti, da tutta la Libia, affluivano a Giarabub, l’oasi che rappresentava l’ultimo luogo santo in loro possesso, culla e sede della Senussia che gli arabi a costo di morire tutti, non avrebbero mai permesso, di essere contaminata dagli infedeli.
Verso la fine di luglio, il Commissariato di Governo, che aveva giurisdizione civile, venne messo al corrente, dai suoi informatori di un forte movimento di armati, cammuffati da pastori, che lentamente si sarebbero dovuti concentrare e successivamente scaglionare nel tratto Bir el Gobbi-Bir el Flacheim-Amscat. Ricognizioni aeree lo confermavano, ma le nostre puntate, vedevano dileguarsi gruppi che si sparpagliavano prima del nostro arrivo. Il Comando delle Truppe, in possesso di maggiori informazioni, mentre ordinava un’assidua ricognizione aerea segnalando le località di sospetti concentramenti di ribelli, proponeva la messa in opera di una consistente autocolonna per snidarli da zone, per noi di grande importanza. Alle prime luci dell’alba del 10 Agosto 1925, usciva da Tobruk un’autocolonna formata dal 10° Btg. Eritreo, interamente autocarrato, preceduto da un reparto di meharisti, da 6 autoblincle, 4 carri armati, un gruppo di artiglieria. La colonna era al comando del Maggiore di 5. M. Ruggieri e ne faceva parte il Commissario di Governo per la Marmarica, Conte Gallarati Scotti. La notte, disposti in ordine di combattimento sostammo ai bordi di un ciglione antistante la zona dei ribelli e al mattino pronti ad operare, dopo le informazioni degli aerei, alcuni dei quali eseguivano bombardamenti avvistati gruppi di ribelli che marciavano per rinforzare il grosso. Il Maggiore Ruggieri ordinava il movimento in avanti della Colonna con la seguente formazione: all’avanguardia una banda di una cinquantina di cavalieri arabi scortati ai lati da 2 carri armati, seguiva, in ordine di combatti-mento, il 10° Btg. Eritreo, scortato da 4 autoblinde e seguito dal gruppo di Artiglieria. Al centro dello schieramento due autoblinde in una aveva preso posto il Maggiore Ruggieri e sull’altra il Conte Gallarati Scotti. Con gli auto-carri liberi, autocarrata una mezza Compagnia di Ascari Eritrei, e con due carri armati, mi era stato ordinato di formare la retroguardia della Colonna. Fin dall’inizio incontrammo deboli e sporadiche resistenze, ma approssimandoci ai pozzi di Bir ei Gobbi, i ribelli sembravano risorgessero dal terreno, combattimenti e resistenza aumentavano d’intensità senza dare segni di cedimento, finché dopo un rallentamento degli attacchi si manifestò un forte sbandamento in avanti: la massa dei ribelli fuggiva disordinatamente, tallonata dai nostri mezzi meccanici. In questa situazione sentii l’altoparlante chiamare con urgenza il Medico e l’ambulanza. In mezzo a 6 feriti vidi, distesi in barella, il Maggiore Ruggieri e il Conte Gallarati Scotti, misteriosamente feriti, mentre scesi dalle autoblinde, discutevano. Come da segnali convenuti, vennero fatti scendere due aerei, che filarono verso Derna il più vicino attrezzato Ospedale. Il Capitano più anziano assunse il comando generale e dispose i vari reparti a difesa, pronti a sostenere eventuali attacchi, ed in attesa di ordini, restammo sul posto. Nella tarda mattinata, con un aereo da Bengasi, giunse il Capo di Stato Maggiore che, dopo aver effettuato e fatto eseguire scrupolose ricognizioni aeree, ordinò il rientro alla colonna, che raggiunse la sede la sera del 16 Agosto.
Il viaggio
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