Mestieri
operaiaLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1911Data di ritorno
1915Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Nel 1914 in Europa scoppia la Prima guerra mondiale. Giuliana Tarchi ha 5 anni, è emigrata con la famiglia in Svizzera e sente per la prima volta parlare di guerra quando scopre che deve rientrare in Italia.
Quel piccolo paese era per la maggior parte abitato da immigrati; c’erano, oltre ai molti italiani, anche francesi, spagnoli, e di altre nazioni, e tutti parlavano la loro lingua, ed era una gran babilonia che non ci si capiva.
Per fortuna noi italiani formavamo un grosso gruppo e stavamo sempre insieme (è sorprendente quando siamo all’estero come ci si senta più uniti e ci si voglia più bene), tutta gente giovane, che lavorava duro con severa disciplina, ma la sera sentivano il bisogno di riunirsi e fare due risate, a bere un boccale di birra.
Quella mattina per la strada c’era molta gente. Parlavano fra di loro preoccupati leggendo alcuni manifesti sui muri e guardandosi intorno. La mamma mi portò in casa in fretta e mi disse che saremmo partiti presto, forse l’indomani stesso. “Perché?” chiedevo imbronciata. Io volevo rimanere in quel paese così bello, pieno di bambini e di allegria, col suo bel fiume spumeggiante. “Cara, non possiamo più rimanere, è scoppiata la guerra, e noi italiani siamo richiamati in patria”. Guerra per me era una parola incomprensibile, ma certo era una brutta cosa, se ci obbligava ad andarcene e a lasciare la nostra casa col piccolo orto che il mio babbo aveva coltivato con amore nelle ore libere; c’erano i pomodori, i fagioli, l’insalata. Poi bisognava lasciare i conigli bianchi e neri nella gabbia costruita dal babbo e che mi divertivo a veder mangiare l’erba con il loro curioso e timido musetto. Un mondo meraviglioso al quale volevo bene e che non avrei visto mai più.
Anche la mamma era triste, avrebbe preferito rimanere lì, dove tutti lavoravano, e il lavoro ci permetteva di condurre una vita decorosa e invece, il ritorno in Italia, con la guerra, chissà quali incognite ci riservava…
Il viaggio
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