Paesi di emigrazione
RussiaData di partenza
2001Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)La storia di Serghej è un bell’aneddoto di vita raccontato da Fabrizio Bettini, della Operazione Colomba, durante la sua missione in Russia del 2001.
Serghej (luglio 01)
- ha imparato ad andare in bicicletta! Nulla di strano per un bambino di nove anni, anche qui in Russia. Qualcosa di particolare c’è, pero’ nella sua storia. S. nasce come un mazzo di mimose regalato alla madre l’otto di marzo di nove anni fa. La madre non pare gradire questo regalo “difettato” e lo abbandona. S. nasce, infatti, con un difetto che lo rende quasi sordo, le sue orecchie non si sono del tutto sviluppate. La sua vita è l’orfanotrofio di questa città della Russia meridionale, qui impara poco di quello che è la vita al di fuori, forse vede che ogni tanto un suo compagno “senza difetti di fabbrica” se né va, adottato da qualche famiglia, magari italiana, che ha deciso che valeva la pena affidarsi ad adozioni poco chiare ma sicure rispetto alle lentissime e impossibili prassi ordinarie. La sua fortuna è un altro ragazzo con un piccolo “difetto di fabbrica”, è bloccato su una carrozzina. Ironia della sorte, si chiama proprio come lui, S. S. in carrozzina vede per la prima volta il piccolo S. alla tv dove si mostrano immagini dell’orfanotrofio e dei bambini che ci abitano. S. grande va a trovare qualche volta S. piccolo; incomincia a conoscerlo, ma sa che se non viene adottato entro il nono anno di età verrà mandato in un altro istituto, fuori città, che accoglie persone con problemi, i matti! S. grande è amico di A., mamma di una casa-famiglia della APG23 qui a Volgograd, e le chiede aiuto. Con A., S. grande si reca ancora qualche volta a trovare S. piccolo ma ormai il piccolo grande miracolo è avvenuto. S. piccolo viene accolto da A. che gli farà da mamma. S. piccolo è irrequieto ha mille paure e non ama giocare continua a fare domande è curioso, è come un neonato che chiede a sua madre tutto perché non conosce niente. É magro ma alto, ha dei begli occhi, non gli piace la pasta con le noci né le cose troppo pepate, il suo eroe è Zorro, del quale, con un costume ogni tanto prende le sembianze dispensando spadate a destra e a sinistra. Presto un apparecchio acustico gli permette di sentire meglio e A. inizia una battaglia per farlo inserire in un asilo normale. Qui la divisione fra bambini con “difetti di fabbrica” e bambini “senza difetti di fabbrica” è ancora grande e l’etichetta che ti viene data da bambino ti segue tutta la vita. S. va all’asilo e non ancora a scuola proprio perché fino ad ora nessuno si era più di tanto impegnato ad insegnargli delle cose. Al suo compleanno gli viene regalata una bicicletta e lui non la sa usare è impaurito da quella cosa. Pian piano, però, aiutato da P., volontario che è qui di passaggio, S. incomincia a prendere confidenza con la bicicletta e con la strada. Dopo un paio di giorni di prove P. è già costretto a correre dietro a S. che pedala allegramente ma non ancora sicurissimo, poi qualche piccola naturale caduta e la voglia di girovagare con questo nuovo mezzo gli danno la sicurezza che mancava; un altro piccolo miracolo si è compiuto! S. avrà tutta l’estate per girovagare per il quartiere cavalcando la sua piccola bicicletta, ma A., che gli fa da mamma, affila gli artigli per un altra battaglia, S. a settembre dovrebbe andare a scuola ma quale scuola frequenterà, quella speciale o quella per i bambini “senza difetti di fabbrica”?
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