Paesi di emigrazione
GiapponeData di partenza
1908Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Dopo una lunga traversata, la baronessa siciliana autrice di questo diario arriva in Giappone, precisamente a Nagasaki. Siamo nel 1908 e come traspare dai resoconti scritti è un viaggio che la baronessa desiderava fare da molto tempo, il Giappone è una meta sulla quale ha fantasticato a lungo e al primo approccio non delude le sue aspettative.
27 Aprile
Nagasaki — Compiono oggi trentadue giorni di navigazione. Il Giappone appare finalmente con coste pittoresche, sinuose, lacerate da verdi isolette che si profilano acuminate, cosparse di piccole casette di legno; pare col procedere del battello si facciano avanti passo passo con grazia minuta e civettuola ad attirarci, ad aprirci con Nagasaki la porta incantata dell’Impero lontano. Quattro flemmatici dottori gialli si presentano a bordo per mettere una barriera alla nostra impazienza di sbarcare; vengono a passarci la visita medica; è una formalità esilarante alla quale non possiamo esimerci. Il mare intanto, si anima di scialuppe, di barchette e barcacce; quest’ultime si attaccano ai fianchi del nostro battello. Si svolge sotto i nostri occhi, la prima originalità giapponese. Sulle barcacce, catene di ragazze si drizzano. Impiegate al carico del carbone, disposte a file, strette ed immobili, ricevono il cesto e lo passano con rapidità vertiginosa l’una nelle mani dell’altra, con la mossa gentile di un’offerta da canfore greche. E una scena di grazia nella quale la figura femminile non soffre (caso raro) l’abrutimento del lavoro. La gaiezza del sole viene finalmente a salutarci dorando l’aria fresca del pomeriggio; scendiamo a terra. Siamo al Giappone! Pronto il kuruma (tiratore di carrozzella) ci colloca uno a uno nel minuscolo veicolo, e, via in fila al trotto delle due esili gambette umane A dispetto di tanto mare percorso e tanta attesa, io non riesco a convincermi di essere realmente arrivata! Sono i quadri raccolti nella mia fantasia ad animarsi, a vivere? Ponticelli snelli, due alberi contorti, casette di legno allineate con imposte a vetri di carta per le vie strette, piccoli negozi con le stuoie di paglia, donnine piegate. Tutto è allucinazione! Un’allucinazione che fa, muovere il mio Giappone, quello di mia costruzione, del mio sogno! Possibile sia ancora il reale rimasto proprio così intatto? Sogno! sogno!
Il viaggio
Paesi di emigrazione
GiapponeData di partenza
1908Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Baronessa di Villaurea
La bellezza di questo popolo
29 Aprile A scuotere un po' le riserve di ammirazione verso il Giappone, alcuni spiriti scettici ci...
Una Londra scomposta
Mi svegliai poco prima di arrivare a Tokio—ma abbastanza in tempo per dare attraverso la pioggerella...
Coloriti umani
Porto un ostile ricordo, delle due giornate di navigazione verso la costa Siberiana; non vedo l’ora...
Facce selvagge
Mille fastidii e disappunti per ottenere all' ufficio di Vladivostock, la conferma dei posti prenotati dal.....