Mestieri
operatrice turisticaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Regno UnitoData di partenza
2005Data di ritorno
2008Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Giulia Scabbia è una giovane ferrarese che dal 2007 si è trasferita a Londra per lavoro. La vita nella capitale inglese le riserva gioie e insoddisfazioni, sia dal punto di vista lavorativo che sociale. Giulia racconta al proprio diario le difficoltà che attraversa.
London 2th August 2007 Friday time: 00.34 a.m. Mood 6 1/2
È incredibile. Sono nella città più grande d’Europa. Sono uno su 8 milioni, ovunque io mi volti ci sono centinaia di cose da vedere, fare, imparare, provare. Eppure io non faccio niente di tutto questo. La mia vita si basa sugli orari del lavoro, e nei giorni liberi sul bucato, sulla spesa o sul riposo. Tutto ciò che faccio qui, lo potrei fare in qualunque luogo. Magari in un luogo con un po’ più di sole, in cui si mangia bene, in cui non ci si mette un’ora per andare al lavoro, e in cui ci si può concedere il lusso di dedicare del tempo alle PERSONE. Uscire con degli “amici” di Ferrara, incontrati per caso all’aeroporto mentre tornavo a Londra mio malgrado, mi ha fatto rendere conto stasera di quanto io in realtà non sappia nulla del lato “da turista” di questa città, nel senso che non ho, non trovo, o non mi ritaglio mai occasione di viverla. Non so da quanto tempo era che non mi sedevo a tavola in questa città in compagnia, per di più in un ristorante del centro, con persone che non fossero i miei colleghi (?) scorrono sotto il naso (e ormai sono 6 mesi che lavoro al Savoy… 6 MESI!) e tu nemmeno te ne rendi conto il tempo ti porta via in un turbine di cose da fare che sono sempre quelle che faresti ovunque, sono quelle che devi fare nel quotidiano, con la differenza che in una città come questa diventano infinitamente più complicate, ogni tanto ti fermi, ci pensi, e ti dici: Ma ne vale davvero la pena? E ti rispondi che alla fine, ovunque tu vada, la vita è quella che è, e (?) tanto quanto massacrante qualunque sia il posto in cui ti trovi, e che quindi forse tanto vale stare in un posto che ti piaccia, che ti dia la possibilità di essere vissuto, abitato e amato, che ti permetta di stare vicino (o almeno un po’ più vicino) alle persone a cui vuoi bene, e che soprattutto ti lasci il tempo, il tempo per te, per quello che vuoi, anche per non fare niente se così ti va. lo qui altro non faccio che seguire un ritmo che mi toglie tempo alla vita, alle cose vere, quelle che contano. È vero, sto facendo una esperienza professionale che non troverò mai, mai e mai più in vita mia, specialmente in Italia, ma cosa conta di più? Il lavoro, i guadagni, la camera, o il sentirsi bene quando ci si addormenta la sera? Questa è la mia domanda, questo è ciò che vorrei scoprire. Ho alle spalle una cena cinese indigeribile, 4 turni di notte e il pensiero costante di Davide, che va assolutamente respinto nel cassetto proibito della mente. Ho il vomito dal sonno e tra 2 giorni devo andare in Polonia con un volo che non ho prenotato. Faccio a me stessa tanti auguri di buona fortuna. Per tutto quanto, soprattutto per il pensiero di Davide. Non sarà mai come lo voglio io. Purtroppo. Alla prossima Giulia. P.s. prossimo step: rifare il cv, stavolta in italiano
P.s. 2: un altro cv, un altro lavoro da cercare. Di già. Di nuovo.
Il viaggio
Mestieri
operatrice turisticaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Regno UnitoData di partenza
2005Data di ritorno
2008Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Giulia Scabbia
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