Paesi di emigrazione
SpagnaData di partenza
1980Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)A piccole tappe, procede il viaggio di Antonio in Andalusia. La terra spagnola si rivela in tutta la sua bellezza e la costringe il viaggiatore a lunghe soste contemplative.
Il sole era salito al centro del cielo confermando il suo totale dominio sul mondo. La pena umana si trascinava a stento nel dolore e nella fatica. La calura ridusse l’espressione ad un solo lamento.
Piccoli uccellini morti giacevano come carta stracciata lungo la strada.
Come corone di fiori appassiti uniti da un sottile filo di seta dormivano accanto al frumento.
(Cijuela)
Adagiai la schiena contro una pietra; gli occhi reggevano a stento un’immagine di campi arati e di ulivi. La stanchezza tracciò una ruga sulla mia fronte. Buenos días! — Vidi il vecchio scivolare via all’ombra del muro, la stanca figura piegata sul bastone, il passo lento e faticoso. Dio aveva perso la sua barba bianca, la chiesa e il campanile; ed a dispetto di molti credenti s’era nascosto in un piccolo bosco di faggi in compagnia di un gregge di pecore e qualche capra. A Lachar era circa mezzogiorno. La calura s’era fatta insopportabile. Tra un rotolio di pietre e di rifiuti scesi rapidamente per un sentiero accidentato, incespicai senza cadere, e con le poche energie rimastemi mi affrettai anch’io verso l’ombra del bosco. In paradiso incontrai due contadini: piccoli di statura, mani sporche di terra, pelle sudata e un bel sorriso. Mosquitos!, mi dissero, accompagnandosi con un gesto della mano.
Angeli lungo la strada, strani angeli dal volto bruno. Così – mi chiedevo – erano i vostri angeli, anche quelli nascosti nei libri o gli altri, quelli più piccoli, così piccoli da non avere neppure le ali.
Angeli anche loro, come tutti, confusi tra gli ulivi di una città mattutina. E qualche angelo triste, solitario, più lontano.
(Lachar)
Trascorsi il pomeriggio oziando seduto ai piedi d’un albero. Poi come la sera prima il sole se ne andò in rispettoso silenzio. Il giorno passò le consegne alla notte, e mi ritrovai avvolto nel buio più cupo. Ero stanco. Gli occhi chiusi. Ad un tratto m’accorsi di non avere sonno. Mi girai di lato già preda di una strana ansia. Alcune gocce di sudore scivolarono dalla fronte. Mi girai nuovamente. Dio non dormiva, cantava con voce di rana, con voce d’uccello, con voce di cicala. L’ansia si fece insistente. Il bosco divenne un incredibile canto a più voci.
Il viaggio
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